I calendari della moda sono molto articolati, tra Capsule, Alta moda e Prêt à Porter, quella di cui ci occupiamo per coerenza con i temi economici della nostra testata è il Prêt à Porter, cioè la moda delle grandi firme, quella istituzionale delle fusioni o acquisizioni, quotata in borsa, del grande export-import, corteggiata dai fondi di investimento o dai grandi gruppi per essere acquistata ; è quella che sfila nelle 4 location vip della Moda: Londra, Parigi, Milano e NYC che per la presentazione della P/E 2019 hanno iniziato le loro manifestazioni il 6 settembre concludendole il 2 ottobre scorso, per cui non ci resta esplorare cosa sia di nuovo per la Primavera Estate 2019.
Da Londra una prima novità è l’attenzione al vegan e al fur free che diventa una tendenza vera e propria. La stilista Stella McCartney e il tennista Stan Smith hanno celebrato il lancio di Stella-Stansmith, prima edizione della celebre sneaker Adidas in versione vegana. L’evento si è svolto nello store della stilista a Old Bond Street, e ha visto la partecipazione eccezionale di Madonna.
A Londra si è svolta anche la prima sfilata di Burberry con Riccardo Tisci, direttore creativo, dopo dodici anni presso Givenchy con lo stesso ruolo, (passato a Clare Waight Keller) Tisci ha portato a Londra una ventata di stile italiano per esaltare il noto marchio iconico britannico, iniziando dalla sua proposta amimalier molto stilizzata e accompagnata in sfilata dal messaggio animalista “ why they killed Bambi”che sottolinea la scelta fur free del marchio. L’animalier sarà il tema must have della prossima P/E e lo ritroveremo proposto in vari argomenti, da molti stilisti, dalle stampe agli accessori, più o meno realistico, stilizzato, astratto o colorato tuttavia per essere davvero trendy non deve essere un materiale di derivazione animale.
Da NYC Ralph Lauren ha festeggiato i 50 anni di attività con sfilata e festa combinati nella location d’eccezione, la Bethesda Terrace di Central Park, dove, tutte insieme, per la prima volta, hanno sfilato le collezioni Ralph Lauren Collection, Polo Ralph Lauren e Double RL a voler riassumere i tanti anni di successi, di moda, di passione e di imprenditorialità di un personaggio veramente tanto importante per la storia della moda del dopo guerra. Il mood di Ralph Lauren è tutto nel consolidato nello chic del suo stile, contaminato dai temi “old wild west” con le note colorate folk ispirate ai nativi americani e ai cowboy, senza tralasciare tuttavia il gusto per la sartoria formale, più britannica, che rimanda alle atmosfere marinier della Newport vintage di inizio secolo e tutti gli altri temi iconici, della Maison con cui lo stilista ha celebrato se stesso, deliziando ben 400 ospiti tra cui Robert De Niro e Sarah Jessica Parker. A Ralph Lauren si deve il grande ritorno dell’abito in denim leggero, che si trova come tendenza in molte firme della moda, e naturalmente al concetto dei colori nei toni speziati, miscelati nei vari tessuti sovrapposti, d’ispirazione Navajo, un tema che per la P/E sarà molto presente.
Parigi: Louis Vuitton, Dior, Chanel, Valentino, Miu Miu, Celine, Gucci. I mostri sacri della moda di ogni nazionalità hanno sempre amato Parigi e Parigi ha sempre accolto chi adora la moda. La fashion week autunnale si è svolta mentre i Gilet Gialli non erano ancora entrati in azione, vedremo cosa accadrà tra febbraio e marzo, tuttavia quello che ci è arrivato è un vento di tendenze in cui la vera novità è il Jean Paul Gaultier Fashion Freak Show, un evento a metà tra il cabaret e la sfilata di moda, ideato e relizzato dallo stesso Gaultier, che è il regista del suo evento spettacolo andato in scena alle Folies Bergère, dal 2 ottobre fino al 30 dicembre. Un modo di interpretare e presentare la moda, nuovo, degno della tradizione francese di stupire, rinnovare e creare nuove forme di arte e di comunicazione. Chanel invece ha confermato l’appeal delle sue giacche nei tipici tessuti stuoia, il suo orgoglioso e irrinunciabile “marchio di fabbrica” di sempre. Questa volta la Maison ha scelto la presentazione allestendo gli enormi spazi del Grand Palais, con una straordinaria scenografia in cui è state ricreata le spiaggia di Biarritz, dove l’attività di Cocò ebbe inizio, così come, per lungo tempo, lo ebbe ogni estate trendy francese.
Le sfilate francesi ci parlano di tessuti tecnici declinati al femminile, tanto colore anche fluo, stampe animalier, plissè, e l’immancabile “nero esistenziale” senza il quale la donna parigina non è mai “parigina”abbastanza. Il ritorno degli anni ’80 da Balenciaga a Vuitton sembra essere una certezza, e si sono viste in passerella le spalle ingigantite dalle spalline esattamente come all’epoca; prenderanno piede? Chissà! Immaginate i produttori di questi piccoli accessori come ne sarebbero lieti! Se immaginiamo i posti di lavoro che si creerebbero vien voglia di farle tornare di moda ad ogni costo!
Milano: La cosa che più ha colpito è stato l’evento di Pomellato:“The Pomellato Balera Party”. In cui, le nuove collezioni sono state presentate con un apericena a tema vintage, nella storica Osteria del treno in Via San Gregorio, solo su selezionatissimi inviti. L’idea vincente, a prescindere dalle inevitabili e consuete presenze Vip, è stata la scelta del tema della “balera”, capace di evocare la spensieratezza gioiosa e la semplicità dell’ espressione di un made in Italy autentico e importante ma spesso snobbato. L’orchestra dal vivo e il clima décontracté, contrapposti alle collezioni preziose ma sobrie, sempre coerenti con una certa estetica di sostanza propria della Maison, presentate nelle consuete teche verticali, hanno reso il concetto cool del lusso fuso all’inpriting fortemente italiano, quasi a conforto della memoria delle radici antiche e artigianali, dell’azienda orafa, specialmente oggi, che Pomellato è di proprietà di Kering, il gruppo internazionale di beni di lusso fondato nel 1963 (come PPR: Pinault-Printemps-Redoute), con sede a Parigi e controllato dalla famiglia Pinault, che, oltre a Pomellato, possiede Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Boucheron, Brioni, e Puma.
La Fashion week milanese ha chiuso il giro di boa della P/E 2019 con i nostri big della moda, da Armani a Prada da Moschino a Dolce&Gabbana, che confermano le grandi linee guida su converge tutto il trend internazionale.
Tessuti innovativi quasi tecnici, usati con grande femminilità; silhouettes delineate da giochi di trasparenze, plissè, ricami, intarsi, colori vivaci: giallo, arancio, viola, bluette; talvolta virtuosismi sartoriali che rimandano a costruzioni anni ’80, e tanto animalier.
La buona notizia è che il nostro made in Italy piace, e traina molto bene il settore tessile del nostro PIL. Il dollaro che rimane stabile intorno a 1,13 sull’euro, fa bene alle esportazioni e alle importazioni in un reciproco ed equilibrato scambio di designer con gli USA, che , non dimentichiamolo, hanno molti nomi divenuti protagonisti del nostro shopping, da Tory Burch a JIMMY CHOO, da Michael Kors all’intramontabile Ralph Lauren.
Mentre si stanno svolgendo le presentazionei delle collezioni Pre-Fall Winter seguite a gennaio da quelle dell’Alta Moda; i prossimi appuntamenti con le fashion weeks del Prêt à Porter, per l’A/I 2020, sono previste: dal 7 feb al 15 feb a New York ; dal 15 feb al 19 feb a Londra; dal 19 feb al 25 feb a Milano e dal 25 feb al 5 mar a Parigi.