Vendite auto in Europa: +10,7% a settembre, ma l’ombrello resta incerto
A settembre boom delle immatricolazioni, ma i primi nove mesi d’anno mostrano un mercato europeo ancora fragile.
(Foto: parco auto).
Il mercato automobilistico europeo ha registrato nel mese di settembre un’accelerazione che fa ben sperare: secondo i dati diffusi da European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA), nell’area Ue + Efta + Regno Unito sono state consegnate 1.236.876 auto, pari a un +10,7% rispetto alle 1.116.975 dello stesso mese del 2024.
Il quadro però si fa più complesso guardando ai primi nove mesi dell’anno: il totale delle immatricolazioni sfiora i 9,93 milioni di unità, segnando solo un +1,5% rispetto al pari periodo del 2024 (quando erano state 9,78 milioni circa). Questo indica che la “spinta” di settembre, pur significativa, non basta da sola a segnare una ripresa robusta e duratura del comparto.
Un’anomalia positiva? Forse, ma con molti segnali di cautela
La crescita di settembre può essere vista come un segnale positivo, ma le ragioni del rallentamento precedente restano in parte in capo. Nel corso dell’anno, infatti, il mercato europeo è stato frenato da fattori quali costi elevati dell’energia, incertezze dei consumatori, restrizioni alle emissioni e una concorrenza sempre più serrata a livello globale. Secondo il rapporto ACEA del primo semestre del 2025, le immatricolazioni in Europa sono calate del 1,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
In questo contesto, il dato di settembre assume un valore doppio: da un lato rappresenta un’iniezione di fiducia, dall’altro sottolinea che la crescita resta fragile e concentrata in alcune nicchie del mercato.
Il caso Stellantis: mese brillante, semestre grigio
Il gruppo Stellantis ha ben interpretato la fase positiva di settembre: nelle stesse aree (Ue + Efta + UK) nel mese ha venduto 165.457 unità, con un incremento dell’11,5% rispetto alle 148.381 dello stesso mese dell’anno precedente. La quota di mercato mensile è salita al 13,4% (dal 13,3% dell’anno prima).
Tuttavia, il rendimento nei primi nove mesi è allineato alla media debole del comparto: Stellantis ha immatricolato 1.464.419 auto, registrando un calo del 5,6% rispetto all’analogo periodo del 2024 (quando aveva venduto circa 1.550.647 vetture). Anche la quota di mercato nei nove mesi è scesa dal 15,9% al 14,7%.
Questo doppio volto – forte in un mese, in affanno sul cumulato – mette in evidenza come le aziende automobilistiche europee siano ancora in una fase di transizione e vulnerabilità.
Quali sono i fattori che guidano la situazione?
- La domanda di auto nuove è condizionata dall’andamento macro-economico: inflazione, tassi di interesse elevati, costi energetici e incertezza globale pesano ancora.
- Il passaggio verso la mobilità elettrica (BEV) e ibrida (HEV/PHEV) accelera, ma pesa sulla redditività dei costruttori e sugli strumenti di incentivo. Nel primo semestre del 2025, i modelli BEV hanno rappresentato il 15,6% del mercato europeo, livello in crescita ma ancora distante dagli obiettivi di lungo termine.
- La competizione globale si fa più feroce: costruttori cinesi e marchi emergenti penetrano con forza nel mercato europeo, mettendo pressione sui player storici.
- Elementi specifici come la disponibilità di chip, le nuove normative sulle emissioni, l’adeguamento delle catene produttive rendono il quadro particolarmente complesso.
Cosa aspettarsi per i prossimi mesi?
Il dato positivo di settembre può aprire una finestra di speranza, ma è prematuro considerarlo come il definitivo segnale di una ripresa strutturale. Le incognite restano: se la crescita si limiterà a mesi isolati o riuscirà a consolidarsi, il comparto europeo dell’auto potrà davvero invertire rotta.
Per le case automobilistiche italiane ed europee in generale, il compito è duplice: da un lato mantenere la capacità di sfruttare i mesi favorevoli (come è successo a settembre), dall’altro prepararsi ad un 2026 che pone sfide ancora più complesse, tra decarbonizzazione, elettrificazione e costi sempre più elevati.
Iniezione di ossigeno
La crescita del 10,7% delle immatricolazioni auto a settembre è un dato che non va sottovalutato: è un’iniezione di ossigeno in un mercato che stava arrancando. Ma guardando al totale dei nove mesi e al contesto generale, emerge con chiarezza che il settore dell’auto in Europa non è ancora fuori dalla zona di turbolenza. Le aziende che operano in questo ecosistema – costruttori, fornitori, dealer – devono restare prudenti e proattive. La transizione non è solo tecnologica: è anche economica e strategica.