Descalzi (foto) rilancia Plenitude ed Enilive, Mazzoncini spinge fusioni e rinnovabili: energia e finanza tra crescita, opportunità e sfide geopolitiche.
Eni, due gambe verdi pronte a entrare in Borsa
L’intervista-rivelazione di Eni e A2A al Sustainable Future Energy Summit di Milano illumina la strategia di due giganti italiani dell’energia: crescita organica, razionalizzazione del settore e preparativi per la Borsa. Ma dietro scenari avvincenti si nascondono complessità geopolitiche e competitive.
Claudio Descalzi, ad di Eni, conferma che la quotazione di Plenitude e Enilive non è un miraggio, ma richiederà prima robustezza operativa: “bisogna farle crescere, consolidarle, dimostrare … che siano gambe solide di Eni per poi quotarle”.
Oggi Eni detiene il 70% di Plenitude – con EIP e Ares che già partecipano al 30% – e il 70% di Enilive, il 30% in mano a KKR.
Descalzi ambisce a un salto nell’Ebitda: dai €2 miliardi attuali a €5 miliardi entro il 2030 tra le due società. A quel punto, “sarà più semplice … entrare in Borsa”.
È parte di una strategia di satellite strategy, già testata con successo: EIP ha recentemente alzato la sua quota in Plenitude al 10% e KKR ha investito 30% in Enilive, generando circa €3,7 mld di cash. Un altro fondo USA, Ares, sarebbe in trattativa per acquisire il 20% di Plenitude, valorizzandola oltre €12 mld.
Parallelamente, Eni progetta una nuova controllata, Eni Industrial Evolution (EIE), per gestire raffinerie e logistica tradizionale: una mossa per isolare i business legacy e amplificare il focus sul green.
A2A: fusioni e rinnovabili, ma niente nucleare
Renato Mazzoncini, ad di A2A, punta decisamente su consolidamento e relazioni strategiche: “nel nostro settore … è necessario … consolidamento … vedremo nei prossimi mesi se c’è qualche opportunità interessante”.
Il gruppo rappresenta il 20 % dell’elettricità consumata dalle imprese in Italia, con 20 TWh su 110 TWh.
A2A rafforza anche il welfare aziendale (70 milioni di euro all’anno) e investe su data center, rinnovabili locali e teleriscaldamento. Il costo dell’energia elettrica è “di gran lunga il più basso tra il mix energetico delle famiglie”. A Brescia, grazie a termoutilizzatori smart, energia termica extra serve 12.500 famiglie, riducendo emissioni del 40%.
Nonostante il dibattito sul nucleare, A2A per ora non intende investire in centrali: “il focus deve restare sulle rinnovabili e l’autonomia energetica”.
Prezzi gas, geopolitica e governance dei mercati
Nel contesto turbolento dei prezzi energetici, Descalzi sottolinea che gli aumenti tariffari hanno pesato più delle guerre o delle dichiarazioni OPEC sulla domanda.
Agostino Scornajenchi (Snam) chiede una riforma del mercato gas italiano: “importiamo l’80%, serve manutenzione del sistema”. Anche Confindustria lavora a soluzioni che prevedono il disaccoppiamento tra i prezzi di gas ed elettricità.
Nel frattempo, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin invita a monitorare gli effetti dei dazi UE-USA: “un mancato accordo … impone una valutazione molto attenta”.
Verso una nuova mappa del settore
Il quadro delineato è di un’Italia dell’energia che si ristruttura. Eni spinge per quotazioni strategiche su vette verdi, mentre A2A incarna la rinnovata centralità delle utility integrate. In ambedue i casi, il consolidamento – interno o con M&A – è una tappa obbligata.
Una traiettoria ambiziosa, sostenuta da investitori globali, attenta all’impatto geopolitico e alle sfide del climate e price risk.
Il quadro
- Eni e Ares discutono la cessione del 20% di Plenitude, valore stimato oltre €12 mld.
- A2A amplia il welfare aziendale con €70 milioni/anno e potenzia il teleriscaldamento a Brescia.
- Nasce Eni Industrial Evolution per riorganizzare raffinerie e logistica.