Federbeton Confindustria: "Il caro energia mette a rischio il settore del cemento"

- di: Daniele Minuti
 
Federbeton Confindustria ha analizzato i dati relativi al caro energia e il loro impatto sull'industria italiana del cemento. E i numeri del report mostrano uno scenario preoccupante, col costo di produzione cresciuto di oltre il 50% per via dell'aumento dei costi ambientali ed energetici.

Federbeton Confindustria: "Il costo complessivo di produzione del cemento è cresciuto di oltre il 50%"

L'Europa sta fronteggiando una crisi mai vista col prezzo del metano impennato fino a un aumento di otto volte dal gennaio 2020 e un costo dell'energia elettrica al massimo storico. Situazione resa più grave dall'andamento del prezzo del petcoke (più che triplicato) e dalla crescita sul valore dei diritti di emissione di anidride carbonica.

Tutti indici che vanno a toccare con forza l'industria nostrana del cemento, che rischia di perdere terreno e competitività con i paesi extra europei dopo gli sforzi fatti per i percorsi della decarbonizzazione costati oltre 4,2 miliardi di euro in investimenti.

Roberto Callieri
, presidente di Federbeton e Ceo di Italcementi (nella foto), ha dichiarato: "Abbiamo in Italia una risorsa energetica a km zero, economica, già pronta a essere utilizzata per esempio nei forni delle cementerie al posto di prodotti petroliferi: si tratta solo di superare pregiudizi, lentezze burocratiche e di decidere una semplificazione normativa. Sto parlando dei combustibili solidi secondari (Css), ricavati da quella parte non riciclabile dei rifiuti che oggi come oggi mandiamo in discarica, all'incenerimento o ancora peggio mandiamo all'estero, pagando altri per farsi carico del problema. Utilizzare i Css comporterebbe un grande vantaggio per la bolletta energetica del Paese, consentendo all'industria del cemento di recuperare competitività in un momento in cui, tra i costi dell'energia e gli investimenti per la decarbonizzazione, tutto il settore rischia di chiudere i battenti, finendo per impoverire tutto il settore industriale italiano con ovvie ed immaginabili ricadute sul piano occupazionale".
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