Chi comanda davvero? Il 36% governa, il 64% guarda

- di: Marta Giannoni

05/05/2025

Chi comanda davvero? Il 36% governa, il 64% guarda

A Bolzano centrodestra in testa con Corrarati, ma ha votato solo uno su due. Trento sotto il 50%. Non è una vittoria politica: è un vuoto di rappresentanza.
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A Bolzano si vince con un elettore su cinque
Claudio Corrarati, ex presidente della CNA e volto del centrodestra, ha conquistato il primo turno con il 36,5% dei voti. Il suo rivale, l’assessore uscente del centrosinistra Juri Andriollo, si ferma al 27,6%. Ma i numeri reali raccontano altro: con un’affluenza crollata al 52,16%, Corrarati ha convinto meno di un cittadino su cinque. Eppure, potrebbe diventare sindaco del capoluogo altoatesino dopo il ballottaggio del 18 maggio.
Il terzo classificato, Stephan Konder (SVP), si attesta al 14,5%, seguito da Angelo Gennaccaro (La Civica) con il 12,6%. Chiudono Matthias Cologna (Team K, 6,8%) e Simonetta Lucchi (M5S-Rifondazione, 2%). Tutti insieme, però, non rappresentano nemmeno la metà della popolazione. La parte più grande è rimasta a casa.

Quando l’astensione diventa sistema
Non è solo un dato statistico. È un salto di qualità – o meglio, di crisi – della partecipazione democratica. A Trento, dove il sindaco uscente Franco Ianeselli (centrosinistra) è dato in vantaggio con oltre il 54%, l’affluenza è scesa sotto la soglia psicologica del 50%: solo il 49,93% degli elettori ha votato, contro il 60,98% del 2020.
L’Alto Adige nel complesso registra il 60% di votanti, in calo rispetto al 65,4% di cinque anni fa. In Trentino si è scesi al 54,53% contro il 64,08%. È un’emorragia lenta ma costante: e questa volta ha superato il punto di non ritorno.

Non governano i più forti, ma i più presenti
Chi vince, dunque? Non i più votati. Ma i più disciplinati, i più motivati, i più organizzati. In un clima di sfiducia generalizzata, basta un terzo dell’elettorato per avere in mano una città. Gli altri lasciano campo libero, e per scelta o per rassegnazione, scompaiono.
Non è un’anomalia altoatesina: è un modello che si replica ovunque in Italia. La crisi è sistemica, precipita a terra l’idea stessa di rappresentanza popolare.

Merano e Trento: ballottaggi e riconferme in un clima opaco
A Merano si profila un altro ballottaggio: Dario Dal Medico (civiche di centrodestra) è avanti al 38,9%, seguito dalla vicesindaca della SVP Katharina Zeller al 23,6%. A Trento, invece, Ianeselli potrebbe anche chiudere al primo turno, ma su una base di consensi sempre più stretta. Gli amministratori locali sono sempre più rappresentanti di minoranze organizzate, non di comunità coese.

La SVP in bilico
Storico ago della bilancia in Alto Adige, la Südtiroler Volkspartei rischia ora di trovarsi prigioniera di una doppia crisi: perdita di appeal tra l’elettorato di lingua tedesca e ruolo indebolito nei giochi di coalizione. Il sostegno a Corrarati appare possibile, ma anche qui sarà una scelta di vertice, non di popolo.
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La politica sopravvive, la democrazia si ritira
Quella che una volta era una festa civile oggi è una procedura per pochi. La democrazia non finisce con l’astensione, ma cambia forma: si fa tecnica, ristretta, oligarchica. Si decide con percentuali irrisorie e mandati deboli. Il 36% governa, il 64% guarda. Ma il conto, alla lunga, lo pagano tutti.

Tags: elezioni, voto popolare, trionfa astensione, bolzano, merano, trento,

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