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Usa-Uk: 150 miliardi tra tecnologia, nucleare e lavoro

- di: Marta Giannoni
 
Usa-Uk: 150 miliardi tra tecnologia, nucleare e lavoro
Usa-Uk: 150 miliardi tra tecnologia, nucleare e lavoro
Un pacchetto record di investimenti americani durante la visita di Trump rilancia Starmer, ma solleva dubbi su sovranità, ruolo europeo e dipendenza tecnologica.

(Foto: il premier Keir Starmer con il presidente americano Donald Trump).

Il contesto: una visita che cambia il passo

Il viaggio di Stato ha avuto un obiettivo preciso: mettere a terra un maxi piano di investimenti in settori strategici del Regno Unito. L’iniziativa punta a tecnologia, energia, difesa e infrastrutture, con la promessa di migliaia di posti di lavoro qualificati distribuiti su più aree del Paese.

Cosa comprende il pacchetto

La cifra di riferimento è 150 miliardi di sterline, costruita su impegni pluriennali. Di seguito i pilastri principali, senza tabelle e con focus sull’essenziale:

  • Blackstone: impegno decennale fino a 100 miliardi di sterline tra infrastrutture e tecnologia, fulcro finanziario dell’operazione.
  • Microsoft: investimento complessivo stimato in decine di miliardi di dollari per potenziare IA, cloud e supercalcolo, inclusa la creazione del più grande supercomputer britannico in collaborazione con partner locali.
  • Palantir: sviluppo nel comparto difesa e sicurezza con nuovi centri e assunzioni altamente qualificate.
  • Prologis: espansione nelle scienze della vita e nella logistica avanzata a supporto degli hub biomedici britannici.
  • Nvidia, OpenAI, CoreWeave, Salesforce e altri player: rafforzamento dell’ecosistema IA e data center con nuovi investimenti e infrastrutture di calcolo ad alta intensità.

Il governo britannico collega il pacchetto a oltre 7.600 nuovi posti ad alto contenuto professionale, con ricadute su Midlands, Nord-Est, Scozia e Irlanda del Nord.

Nucleare di nuova generazione

Una quota rilevante riguarda l’energia: partnership annunciate prevedono reattori modulari avanzati e micro-modulari per accelerare la transizione e stabilizzare la rete. Il potenziale è di decine di miliardi in valore economico aggiunto lungo la filiera, dalla progettazione all’operatività dei siti, con fornitori e competenze locali coinvolti.

Intelligenza artificiale e supercalcolo

Il Regno Unito ambisce a diventare hub europeo dell’IA. Gli investimenti guardano a data center, supercomputer, chip e software, oltre a formazione e ricerca applicata. L’obiettivo dichiarato è accorciare il time-to-market per servizi e applicazioni, con un deciso re-shoring di capacità critiche.

Opportunità e rischi per londinesi ed europei

Il piano è ambizioso e, nel breve periodo, può rilanciare produttività e salari nelle aree più esposte alla deindustrializzazione. Ma esistono criticità da governare con fermezza:

  • Dipendenza tecnologica: il Regno Unito deve evitare di diventare solo un hosting per infrastrutture costruite altrove. Competenze, brevetti e ricerca devono restare e crescere sul territorio.
  • Relazioni con l’Unione europea: l’allineamento alle piattaforme USA impone compatibilità regolatoria con gli standard UE su dati, concorrenza e AI Act per non penalizzare l’export.
  • Energia e sostenibilità: i data center ad alta intensità richiedono garanzie su energia pulita, efficienza e acqua, altrimenti l’effetto volano rischia di attenuarsi.

Cosa può cambiare davvero

Primo: la capacità di tradurre gli annunci in cantieri, permessi e assunzioni in tempi rapidi. Secondo: politiche attive del lavoro per colmare il mismatch di competenze su AI, sicurezza, energia e gestione dei dati. Terzo: una governance industriale che eviti sovrapposizioni e renda misurabili gli impatti su Pil, produttività e salari.

Regno Unito come motore tecnologico 

La scommessa è chiara: fare del Regno Unito un motore tecnologico capace di attrarre capitali e trattenere talenti. Senza un’attenzione rigorosa a autonomia strategica, sostenibilità e qualità del lavoro, l’occasione rischia di ridursi a un effetto annuncio. Con una regia credibile, può diventare la svolta industriale del decennio.

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