Il dato rappresenta un picco da un decennio, segnalando fragilità economica e spingendo la politica (e Merz) verso un’autentica svolta.
Il quadro generale
Ad agosto 2025 la Germania ha registrato un totale di 3,02 milioni di disoccupati in termini non destagionalizzati, superando per la prima volta in dieci anni la soglia psicologica dei tre milioni.
In termini destagionalizzati, il numero scende lievemente a 2,96 milioni, ovvero 9.000 in meno rispetto a luglio, mantenendo il tasso di disoccupazione stabile al 6,3 %, in linea con le attese.
Secondo alcune fonti tedesche, la quota non aggiustata sarebbe di 3,025 milioni, con tasso al 6,4 % — una misura che calca ulteriormente l’importanza simbolica dell’allerta.
Commenti chiave: tra controllare il panico e affrontare la realtà
Andrea Nahles, capo dell’Agenzia federale per il lavoro, invita alla prudenza, ricordando che il rialzo è atteso per via dei fattori stagionali legati all’estate. Pur confermando l’impatto negativo della recessione prolungata, Nahles segnala i “primi segnali di stabilizzazione”.
Il cancelliere Friedrich Merz, intervenendo sul tema durante una riunione tra governi tedesco e francese, sottolinea che è giunta l’ora delle riforme del mercato del lavoro, anche se cautamente:
“Il dato mostra l’urgenza di misure per crescita e occupabilità. Il governo si concentrerà su questo.”
Contributi statistici e contesto economico
L’istituto Ifo riporta un Employment Barometer in ribasso: da 94 a 93,8 punti ad agosto, indicatore di atteggiamento prudente nelle assunzioni.
Inoltre, nel secondo trimestre la Germania ha registrato un calo del PIL, proseguendo la tendenza recessiva.
Parallelamente, l’Ufficio federale di statistica (Destatis) conferma che l’occupazione a luglio si è mantenuta stabile, con circa 45,8 milioni di persone occupate e quasi nessuna variazione mensile (+4 000; +0,0 %).
Impatti ancora più ampi: inflazione, consumi, fiducia
Inflazione in crescita: ad agosto è salita al 2,1 %, sopra il previsto 2 %; l’inflazione core è ferma al 2,7 %, i servizi al 3,1 %. Questo scenario frena i margini per un taglio dei tassi da parte della BCE.
Consumi in calo: secondo GfK, il sentiment dei consumatori peggiora, con un indice a –23,6 punti per settembre, segnando un terzo mese negativo consecutivo. Le aspettative di reddito sono ai minimi da marzo: la paura della perdita del lavoro frena le spese, soprattutto per acquisti importanti.
Ripercussioni e prospettive: serve un autentico “autunno delle riforme”
Superare i tre milioni di disoccupati non è un banale numero: è un campanello d’allarme per un’economia incamminata verso una terza recessione consecutiva, scenario senza precedenti nella storia tedesca moderna.
Le reazioni sono nette:
Rainer Dulger (BDA) definisce la soglia un “rimprovero di riformismo assente”, esigendo un vero “autunno delle riforme”.
Il cancelliere Merz promette interventi rapidi, ma la cautela governa ancora il discorso politico.
Le aziende? Aperte a più investimenti, ma avanzano con il freno a mano tirato: Ifo Employment Barometer e PIL in calo dipingono un quadro di forte incertezza.
Un bivio economico che richiede coraggio e azione
Il dato di rappresenta una linea rossa: segnala un mercato del lavoro sotto pressione, consumi in scarsa ripresa e inflazione ancora ostinata. L’avvertimento è chiaro: o si osa adesso, o il rischio è un declino prolungato e radicato.
Il bilancio è senza mezzi termini: stabilizzazione in vista? Forse. Ma il passo successivo deve essere deciso. Il governo Merz e il sistema economico tedesco devono rispondere con riforme vere e tempestive, se non vogliono ritrovarsi impantanati proprio quando pensavano di aver toccato il fondo.