IBL: concessioni elettriche, debito pubblico occulto sui consumatori

- di: Matteo Borrelli
 
Mentre Giorgia Meloni ad Atreju lodava le politiche di taglio della spesa pubblica e di liberalizzazione di Javier Milei, in Parlamento la realtà prendeva una piega ben diversa: la spesa pubblica veniva incrementata e i monopoli rafforzati. Così, denuncia l’Istituto Bruno Leoni (IBL), un emendamento alla legge di bilancio è spuntato venerdì sera, prevedendo la proroga fino a 40 anni delle concessioni per la distribuzione elettrica.

Un’emissione di debito pubblico mascherata
Secondo l’IBL, questa operazione rappresenta un vero e proprio diluvio di benefici per i concessionari, che si vedono salvati dalle gare d’appalto. Tuttavia, dal punto di vista dello Stato, appare come una forma non dichiarata di debito pubblico: lo Stato ottiene dai concessionari un anticipo, che questi ultimi recuperano nel tempo a spese dei consumatori di energia elettrica.
Il meccanismo è semplice - afferma l’Istituto - “I concessionari versano una somma straordinaria per ottenere la proroga, ma tali costi vengono poi inclusi nel capitale investito riconosciuto dall’ARERA, con ammortamenti e remunerazioni calcolati a tassi ben superiori a quelli di un BTP”.
Se lo Stato avesse emesso un titolo di debito, il costo sarebbe stato del 3-3,5%. Invece, sottolinea l’IBL, il costo del capitale riconosciuto ai distributori elettrici per il periodo 2025-2027 è del 5,6%, un margine che grava direttamente sulle bollette degli italiani.

Una tassa occulta sui consumatori
L’Istituto Bruno Leoni critica aspramente la scelta del governo, definendola un escamotage per evitare di iscrivere nuovi debiti nel bilancio statale. “Questa proroga delle concessioni si traduce in una tassa occulta e ingiustificata per i consumatori di energia elettrica”, spiega l’IBL.
Il paradosso, continua l’Istituto, è che i beneficiari di questa operazione sono molteplici: lo Stato, che incassa denaro da spendere; le aziende concessionarie, che ottengono concessioni gratuite per 40 anni; e persino la Commissione Europea, che sembra distratta su questo tema mentre concentra le sue attenzioni sulle proroghe delle concessioni balneari.

Un dibattito pubblico inesistente
A rimetterci sono i consumatori. “cornuti e mazziati”, li definisce l’IBL: da un lato, si vedono privati della concorrenza derivante da nuove gare; dall’altro, sono costretti a pagare due volte, subendo l’assenza di un confronto pubblico su una decisione così rilevante.
L’Istituto Bruno Leoni conclude che questa scelta politica, oltre a danneggiare i consumatori, è un passo indietro verso una gestione inefficiente e opaca del settore elettrico, in contrasto con i principi di liberalizzazione che il governo sembrava voler sostenere.

Un futuro incerto per i consumatori di energia
Mentre i riflettori restano puntati su altri settori, il tema delle concessioni elettriche rischia di passare sotto silenzio. L’IBL invita a riflettere sulle conseguenze di lungo termine di una politica che penalizza i consumatori per favorire lo Stato e i monopoli. La domanda resta aperta: chi pagherà il prezzo di queste scelte?

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