La strana logica del Bambino Gesù che rifiuta una donazione di Leonardo

- di: Redazione
 
Strana la vita.
C'è chi, travolto dalle polemiche prima ancora di vedere il suo nome scritto sul registro degli indagati, per mondarsi lo spirito da un uso spregiudicato della sua immagine, dona il suo cachet di un milione di euro ad un ospedale e nessuno dice nulla, ben sapendo che quei soldi, direttamente o meno, sono stati regalati sulla scia di un mezzo scandalo.
C'è però anche chi, gruppo industriale, vuole fare una donazione più grossa ad un ospedale pediatrico d'eccellenza, e si sente opporre un rifiuto che, anche se nessuno lo vuole ammettere, è legato al fatto che dalle sue fabbriche escono prodotti per la difesa.
Scelte, si dirà, ma questa volta ce ne sfugge la ratio, perché l'ospedale in questione è il Bambino Gesù di Roma, di proprietà del Vaticano, punto di riferimento internazionale della pediatria, al quale, comunque, una donazione avrebbe fatto comodo. Anzi avrebbe potuto essere utilissima perché il milione e mezzo che Leonardo voleva regalare avrebbe dovuto essere speso per l'acquisto di macchinari (una Pec Tac) con i quali adoperarsi per migliorare la salute di tanti piccoli pazienti o, addirittura, salvare loro la vita.

La strana logica del Bambino Gesù che rifiuta una donazione di Leonardo

Scelte, come detto, che, come nostro costume, rispettiamo, ma non sottraendoci al dovere professionale di esprimere come la pensiamo e, quindi, il nostro sconcerto perché, almeno secondo quello che riferisce Repubblica (che appare molto bene informata) il no sarebbe stata una decisione che arriva direttamente da Oltretevere e che sembra essere in linea con il pacifismo con cui papa Francesco sta caratterizzando, da tempo, la sua azione e la sua parola.
La considerazione conseguente è che a Leonardo viene contestato non singole circostanze, ma il fatto di lavorare in un settore, quello della difesa, che con troppa faciloneria viene assimilato all'industria degli armamenti.

Il pontefice, proprio in questo periodo in cui le guerre provocano quotidianamente morti innocenti e distruzioni, continua a tuonare contro produzione e commercio delle armi, nei confronti dei quali il papa chiede un totale ostracismo, perché, come ha ripetuto anche oggi, "le guerre sono il frutto di rapporti di forza prolungati, senza un preciso inizio e senza una fine certa".

Sia come sia, la donazione di Leonardo - che grazie alla sua tecnologia, interamente italiana, è un colosso del settore della difesa aerospaziale e della sicurezza, dando lavoro a oltre cinquantamila persone - è stata rispedita al mittente. Non conoscendo la forma che è stata data a questo ''no'', diamo per certo che sia stata garbata, pur se ferma, forse non considerando che Leonardo di beneficienza ne ha sempre fatta, senza sbandierarlo con trombe, trombette e chiarine, ma l'ha sempre fatta. Per motivazioni che sono abbastanza intuibili e che, essendo le donazioni fatte in modo riservato, senza andare a cercare consenso o plauso. Di certo c'è che Leonardo da tempo immemorabile fa della beneficienza, di cui sono destinatari soprattutto ospedali e organizzazioni umanitarie, che operano in Italia e molto spesso anche all'estero. Cosa che rende ancora più apprezzabili questi gesti di cui godono soggetti non italiani o che operano al di fuori dei nostri confini, facendo svanire il sospetto che la mossa si possa ridurre ad una misera ''captatio benevolentiae''.

Ma la decisione di rifiutare la donazione c'è stata, vanificando la possibilità per il Bambino Gesù di comprare l'apparecchiatura e magari con un costo inferiore al milione e mezzo di euro stanziati, facendo restare in cassa denaro sempre utile. Perché curare è sempre costoso, soprattutto quando si parla di bambini, il cui dolore dovrebbe essere messo prima di qualsiasi considerazione politica.
Il Vaticano, al contrario dell'uomo del monte, ha detto di no e alla Leonardo del presidente Pontecorvo è bastato solo cambiare l'intestazione e l'iban, devolvendo il milione e mezzo a favore del Gaslini, l'ospedale pediatrico di Genova, che, crediamo, abbia accettato, ringraziato e già cominciato a guardare i cataloghi dei macchinari da comprare.

In casa Leonardo, per come sembra naturale, lo sconcerto deve essere stato tanto, anche perché nell'ampio ventaglio della loro produzioni non ci sono sistemi offensivi e quindi, a maggior ragione, non si capisce un rifiuto che forse voleva essere un gesto dalle chiare significazioni politiche, ma che nei fatti resta poco comprensibile.
E speriamo che non lo comprendano quei genitori che fanno appello al Bambino Gesù per avere un aiuto per i loro bambini che soffrono.
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