Il Ministro Guerini: "L'industria della difesa per il rilancio del Paese"

- di: Lorenzo Guerini
 
L’industria della difesa e sicurezza italiana è una delle più competitive realtà nazionali, motore di innovazione, patrimonio di conoscenza e di occupazione qualificata, fattore di credibilità e di proiezione internazionale dell’Italia.
Un settore nel quale entrano in gioco interessi strategici non solo per lo sviluppo delle Forze Armate ma anche per l’affermazione, la crescita e il posizionamento geostrategico ed economico dell’intero Paese.
È opportuno evidenziare che nel tessuto industriale italiano, oltre alle realtà più note anche per dimensioni e rilevanza a livello internazionale, sono attive oltre 4mila aziende con un vasto patrimonio di conoscenze e forza lavoro qualificata che si stima in oltre 16mila addetti lungo tutta la filiera produttiva, con eccellenze assolute nell’aerospazio, nell’elettronica e nella cantieristica.

Guerini: "L'Industria della difesa fondamentale per la ripresa dell'Italia"

Per l’Italia possedere una base tecnologica altamente competitiva nel settore della Difesa rappresenta, quindi, una condizione essenziale su cui poggiare la propria sovranità.
Sovranità tecnologica che è presupposto per poter svolgere un ruolo da protagonista nell’ambito dei più importanti programmi internazionali e creare condizioni per rafforzare e incrementare le relazioni bilaterali con Paesi Alleati ed amici.

Con la Direttiva per la politica industriale, che ho recentemente emanato, ho voluto indicare le linee di indirizzo su cui focalizzare i nostri sforzi per rafforzare ulteriormente la dimensione industriale di riferimento.
Questo per riaffermare il ruolo che riveste nel soddisfare l’esigenza capacitiva delle nostre Forze Armate al servizio del Paese, ma anche nell’ottica di contribuire ad un rinnovato sviluppo della nostra industria manifatturiera ed al sostegno alla crescita del paese in termini di occupazione e di competitività.
Dobbiamo quindi predisporre e individuare i migliori strumenti e compiere le scelte più adeguate per raggiungere alcuni obiettivi che possono essere sintetizzati in cinque punti.
Il primo, è quello di valorizzare al meglio gli investimenti della Difesa, garantendo le esigenze delle Forze Armate ed esprimendo al contempo il pieno potenziale dell’industria nazionale.
Il secondo, consiste nel consolidare il vantaggio strategico nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica.

Per quanto riguarda il terzo punto, dobbiamo riuscire ad esprimere pienamente la dimensione internazionale dell’industria di settore.
Come quarto elemento, è necessario rafforzare le strategie di cooperazione internazionale per l’acquisizione di competenze e tecnologie e la crescita della competitività dell’industria nazionale.
Infine, dobbiamo valorizzare e tutelare la sovranità tecnologica nazionale, con uno sguardo attento alle piccole e medie Imprese e alla ricerca.
Altrettanto fondamentale è potenziare l’internazionalizzazione dell’industria nazionale, creando condizioni che consentano alle nostre imprese di essere ancora più competitive sui mercati esteri. Questo anche grazie ad un maggiore supporto governativo all’export, attraverso la definitiva implementazione dello strumento del Gov-to-Gov, che vedrà la sua prima concreta applicazione con la Slovenia, entro il mese di ottobre, quando firmerò, con il mio collega sloveno, il primo accordo di questo genere.

La Difesa è consapevole che, anche in un quadro di investimenti interni più stabili ed efficaci, il consolidamento strategico dell’industria nazionale non potrà infatti prescindere da un costante incremento delle opportunità di collaborazione governativa e industriale, in un’ottica pienamente integrata e complementare.
Dovremo implementare una politica mirata agli investimenti, che consenta di individuare gli obiettivi strategici e gli asset da considerare sovrani, in sinergia con altri Dica-steri. Così come sviluppare con altri Paesi progetti di cooperazione, soprattutto in settori di prioritario potenziamento, come quello digitale e cibernetico.
Sono linee ormai mature, nella convinzione che si debba fare un ulteriore salto di qualità, coinvolgendo tutti gli attori pubblici e privati e agire attraverso strutture organizzative più snelle, sinergiche, rese più efficaci da metodologie di lavoro reticolari.

Possiamo già contare su un patrimonio straordinario di competenze ed esperienze. Sta a noi continuare a trasformare le potenzialità in concretezza.
Negli ultimi anni abbiamo conseguito progressi rilevanti in questa direzione, in particolare attraverso il rifinanziamento nell’ultima Legge di bi-lancio del Fondo pluriennale per gli investimenti nella Difesa, misura che garantisce una pianificazione più efficace degli investimenti grazie alla certezza delle risorse.

Allo stesso tempo, nell’ambito del processo di integrazione della difesa europea, l’Italia è protagonista con la Difesa e la sua dimensione industriale nei programmi di cooperazione con altri Paesi. Anche in questo settore possiamo e dobbiamo crescere per essere in grado di intercettare le risorse che l’Unione mette a disposizione e contribuire al rafforzamento del ruolo del Paese.
Sono scelte significative, soprattutto in un contesto geostrategico in grande fermento che attende risposte, sia dalla Nato che dall’Ue, entrambe chiamate a ridefinire i futuri, rispettivi livelli di ambizione. L’Italia è fortemente impegnata dentro questo processo, che necessità di una sinergia sempre più forte tra Difesa e industria di riferimento. Sinergia che, nel rispetto di ruoli e funzioni, deve diventare ancor di più valore aggiunto e determinante per guidare i necessari cambiamenti.
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