A tutta dieta… della dinner cancelling!

- di: Barbara Leone
 
Ai tempi delle nostre nonne era una punizione. Oggi è uno stile di vita salutare. Saltare la cena, o dinner cancelling, è infatti un metodo sempre più usato sia per perder peso che per contrastare gli inesorabili segni dell’invecchiamento. A rendere questo metodo famoso fu, qualche anno fa, lo showman Fiorello che confessò d’averlo seguito per alcune settimane con successo. Ideato da Dieter Grabbe, personal trainer ed esperto di alimentazione e di salute naturale, il programma si rifà agli studi di Roy Walford, pioniere degli studi sulla longevità attraverso la riduzione calorica. “Il dinner cancelling - spiega Grabbe nel suo libro pubblicato in Italia da Edizioni Red - attiva le cosiddette molecole heat shock, molecole che fanno in modo che le strutture proteiche del corpo abbiano la forma giusta e funzionino nell’organismo in modo ottimale. Brevi periodi di digiuno fanno moltiplicare le molecole heat shock e di conseguenza i muscoli e gli organi si mantengono in forma”.

A tutta dieta… della dinner cancelling!

Ma non è solo una questione di forma ma anche, e per certi versi soprattutto, di salute. Il programma ideato da Grabbe, infatti, punta a mandare in “vacanza gli organi”, come afferma lo stesso ideatore secondo cui basta saltare la cena anche solo una volta alla settimana per evitare che fegato, reni e intestino si sovraccarichino dando così loro la possibilità di rigenerarsi. Il risultato è un effetto detox, dal momento che durante le ore di pausa dal cibo solido l’organismo si mette in moto per eliminare tossine e sostanze dannose. Va sottolineato, però, che questo programma non si limita al solo digiuno serale prevedendo anche poche, ma importantissime, regole da seguire al fine di ottenere i risultati sperati. Ma come funziona nella pratica? Molto semplice: dopo le 17 fine dei pasti. Che poi, infondo, è ciò che facevano i nostri avi (specie d’inverno) che seguivano molto più di noi i ritmi della natura. Certamente a molti l’idea di digiunare dal tardo pomeriggio fino a mattina può sembrare un’impresa titanica.

In realtà, sempre sotto controllo medico mi raccomando, non è poi così difficile. Basta, per esempio, consumare poco prima delle 17 uno spuntino energetico per non aver troppa fame sino al pasto successivo, che di fatto equivale al giorno dopo. Fondamentale è assumere nel corso di tutta la giornata sostanze nutrienti a colazione e a pranzo, mentre dalle 17 solo liquidi a volontà (no spritz, eh). Per raggiungere buoni risultati con la strategia del digiuno serale (ma più in generale vale per tutte le diete) occorre infatti bere molto. Soprattutto dopo le 17, certo, ma anche durante l’intero arco della giornata. Nei giorni in cui si pratica il digiuno serale si può arrivare fino a 3 litri di liquidi al giorno. L’acqua è la bevanda più indicata. Attenzione solo alla temperatura: meglio ambiente, e mai troppo fredda. Per quanto riguarda i pasti ci si affida al buon senso. Che vuol dire pochi grassi e combinare i cibi in modo corretto: 5% carboidrati, 25% proteine e 10% grassi. Ultimo, ma non da ultimo, muoversi muoversi e ancora muoversi. Perché nulla più del movimento aiuta a mantenersi giovani e in forma.

Non occorre passare ore ed ore in palestra o ammazzarsi con bici o corse. Anche perché se non si è allenati è solo controproducente. Basta una bella passeggiata a passo svelto, possibilmente tutti i giorni e per almeno 20 minuti, che è il tempo minimo che ci vuole per iniziare a smaltire i chili di troppo. Perseveranza e costanza sono le paroline magiche per far sì che questo semplice, e fattibilissimo, protocollo alimentare ci alleggerisca un po’. Per quanto tempo seguirlo? Dipende dagli obiettivi. Il metodo standard prevede due o tre cene saltate a settimana, e può essere effettuato a cicli di alcuni mesi o anche per tutto l’anno. Ecco perché parliamo di stile di vita salutare. La variante dei 14 giorni invece è indicata per chi è in sovrappeso e prevede, appunto, 14 giorni di digiuno moderato durante le quali si possono arrivare a perdere 5 o 6 chili. Dopodiché si passa al metodo standard di cui sopra. Facile, no?
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