Gli italiani continuano a considerare l’auto come un bene fondamentale per la propria mobilità quotidiana, nonostante le crescenti sfide economiche e ambientali. Stiamo osservando uno spostamento significativo nel mercato, con una maggiore apertura verso i veicoli cinesi e asiatici, che offrono qualità e innovazione a prezzi competitivi. È evidente come i consumatori italiani stiano diventando sempre più aperti a nuove opzioni. Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Company, una delle aziende leader di consulenza a livello mondiale, ha sintetizzato così la ricerca illustrata nel convegno Aniasa.
Dottor Di Loreto, il suo è un punto di vista privilegiato non solo su settore complessivo dell’automotive, ma anche sul particolare segmento di cui si occupa l’Aniasa, la sharing mobility e il noleggio a lungo termine che ha avuto negli ultimi anni un po’ di alti e bassi ma comunque sembra prender piede non solo per quanto riguarda le flotte aziendali ma anche nel settore retail. Qual è il suo punto di vista? Quali sono le prospettive di questo settore?
Sì assolutamente, è corretto quello che dice. Un settore che nei prossimi 15 anni vedrà più cambiamenti di quanti ne abbia visti negli ultimi 20-30 perché ci saranno cambiamenti normativi importanti, tecnici e tecnologici, e anche nell’abitudine di consumo. In questi grossi cambiamenti che il settore sta vivendo, se vogliamo, c’è una sola certezza: il vento in poppa del mondo del noleggio. Quando in Italia, ma non solo, il cliente, ha davanti una pluralità di scelte, magari anche qualche indecisione sul tipo di auto da comprare, è lì che la forma del noleggio risulta vantaggiosa perché dà costi certi e meno rischi.
Dal punto di vista normativo, in particolare per quello che riguarda gli incentivi del governo, qual è il punto della situazione?
Adesso vedremo l’esito degli incentivi, che sono usciti pochi giorni fa, sull’immatricolato e sul mercato delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Certo è che fino all’arrivo di tali incentivi le alimentazioni green, stavano continuando a soffrire. In questo caso, l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto: è, la mia, ovviamente una provocazione per dire che la transizione in Italia è sì avvenuta, negli ultimi anni, ma non nella direzione che ci si aspettava. Noi avevamo il 56% di vetture nuove alimentate a Diesel fino a pochi anni fa: abbiamo adesso quasi il 60% di auto che sono però a benzina se includiamo anche quelle ibride. Quindi è vero che c’è stata una transizione, non verso le vetture cosiddette green, ma verso il benzina. Quindi l’operazione è riuscita ma probabilmente l’obiettivo non è raggiunto.
Quindi il noleggio può dare una grande mano, per quello che riguarda la transizione ecologica.
Assolutamente sì, perché in qualche modo democratizza l’innovazione, nel senso che dando costi certi, e togliendo i rischi dalle spalle del consumatore, (ad esempio i rischi del valore residuo), in qualche modo consente agli utenti che non hanno mai provato determinate tecnologie di provarle con minori rischi. Questo è sicuramente un volano molto importante: il noleggio rappresenta un elemento imprescindibile per la diffusione, non solo delle nuove motorizzazioni, ma anche delle nuove vetture che hanno livelli di sicurezza attive e passive nettamente superiore alle vetture precedenti.
Parliamo invece di fiscalità, per quello che riguarda l’autonoleggio o le auto aziendali.
È chiaro che l’Italia sconta una differenza rispetto a tanti altri paesi. Se ragioniamo con le stesse carte da gioco degli ultimi anni, vediamo che il settore sta già provando a recuperare quanto possibile. Sarebbe interessante cambiare il mazzo di carte e provare a ripensare la fiscalità dell’auto nel contesto dell’evoluzione che si sta avendo. Ricordiamoci che il settore dell’auto contribuisce, con la tassazione diretta e indiretta, con le accise sui carburanti ecc, in modo molto importante al gettito fiscale.
É possibile conciliare gli interessi delle case produttrici con gli interessi delle società di autonoleggio?
L’unico modo è conciliare entrambi con l’interesse del consumatore, nel senso che se le società di noleggio e le case costruttrici seguono quelle che sono le volontà del consumatore, si vince tutti insieme. Il problema che vediamo in questi mesi, in questi anni, è che spesso si tenta di in qualche modo di forzare la volontà del consumatore a colpi di accelerazione normativa o di ripensamenti normativi. Questo ovviamente crea delle discrasie tra quello che è l’offerta e quella che la domanda. E quando non c’è allineamento fra domanda ed offerta è sicuro che sia creano problemi sia per le case auto che per i noleggiatori.