La nostra biblioteca, Maurizio de Giovanni: ''Caminito'' - Torna il commissario Ricciardi e ritrova la sua Napoli

- di: Diego Minuti
 
Maurizio de Giovanni ama Napoli, di un amore profondo, intenso, non viscerale, ma meditato, come chi conosce ogni angolo di una città che ha eletto le contraddizioni a sole linee guida.
Ma anche Napoli ama de Giovanni, perché allo scrittore si svela sempre, anche quando gli propone luoghi e sensazioni che lui da sempre maneggia con cura e rispetto. Eppure glieli mostra come se fosse uno straniero; come qualcuno che arriva e si chiede, dopo avere camminato per vicoli e lungo il mare, tra rumori e odori: dove sono finito?
Lo conferma ''Caminito'' (Einaudi - pag.269 - 19,00 euro), tredicesimo romanzo della saga che, con il commissario Ricciardi, ha come protagonista Napoli e la sua gente.
''Caminito'' in spagnolo significa piccolo sentiero ed è dove de Giovanni accompagna, insieme al lettore, anche il suo personaggio, il commissario Ricciardi.

La nostra biblioteca, Maurizio de Giovanni: ''Caminito''

Anzi Luigi Alfredo Ricciardi, ultimo erede dei baroni di Malomonte, che al titolo non ha mai tenuto, avendo ben altro per la testa. Come il lascito, terribile, della madre che, giovanissima vedova e morta in una casa per malati di mente, gli ha passato il peso di potere sentire le ultime parole di chi è morto per violenza, accidentale, ma più spesso per mano d'altri. E questo, per lui che, nella Regia questura di Napoli, da responsabile della squadra Mobile, ha il compito di dire chi ha ucciso - anche se per lui è importante anche il perché -, è un continuo confrontarsi con voci che ormai non appartengono a questa terra.
Come accade in ''Caminito'' che lo rivede tornato al lavoro, dopo anni, passati soprattutto a crescere la figlia Marta, quel che rimane, insieme ai ricordi, della moglie Enrica, morta poche ore dopo averla data alla luce. Ricciardi, che sulla figlia ha riversato tutto il contenuto sentimento di cui è capace, teme che Marta possa avere, come lui, ''il fatto'', come chiama quel che gli accade sentendo le voci dei morti. Il cuore del racconto, almeno inizialmente, è il ritrovamento casuale di due cadaveri, un ragazzo e una ragazza, assassinati mentre facevano l'amore in un luogo appartato, in una piccolo parco. Un atto di violenza che distrugge un momento di amore e intimità. Lui ha il cranio fracassato, lei la gola tagliata.

Personaggi che sembrano fuori posto nella Napoli che sente arrivare, dal mare, dalle montagne e dal cielo, il mefitico odore di una guerra che incombe e che presta travolgerà tutti: vite, strade, muri, sentimenti. Di tutto questo il commissario Ricciardi intuisce il futuro, le ombre che caleranno su quella che è ormai la sua città. Che lui ha conosciuto gioiosa, allegra ma con disincanto, e che ora sembra guardare verso l'orizzonte temendo per il futuro, ben oltre il fatalismo. L'omicidio dei due ragazzi, seppure centrale nel romanzo, perde via via la funzione di unico focus, che si allarga invece non solo ai personaggi della tradizionale narrativa ''ricciardiana'' (oltre a Marta, in cui rivede la moglie, ci sono il fido collaboratore Maione; l'amico medico Modo, antifascista convinto e sempre sul filo del baratro; la governante Nelide, dura, ma fedele, un inno alle donne cilentane, e altri ancora, con ruoli importante, seppure sullo sfondo), ma anche al clima generale che sembra preludere al momento in cui le distorsioni, gli eccessi e le nefandezze del sistema fascista emergeranno in tutta la loro evidenza, mettendo a nudo un regime sempre meno legato alla gente e sempre più all'esercizio del potere.

Che avrà il suo peso per portare Ricciardi all'altro capo della matassa, cominciata con il doppio omicidio.
''Caminito'', come ha detto de Giovanni, non è un tredicesimo romando di una serie, ma l'inizio di una nuova, partendo da una diversa prospettiva. Ricciardi, ha spiegato lo scrittore napoletano, ''dovrà capire, con violenza e con sua sorpresa, che alla base di un delitto può esserci anche la follia: la follia politica, la follia della guerra, la follia di un mondo che è decisamente diverso da quello di prima''.
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