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Gli industriali a governo e Ue: aiutateci “anche sforando il debito”

- di: Marta Giannoni
 
Gli industriali a governo e Ue: aiutateci “anche sforando il debito”
Pressing di Confindustria e delle imprese europee: subito un piano straordinario contro i dazi di Trump.

La nuova nuova ondata di dazi dagli Stati Uniti ha fatto scattare l’allarme rosso tra gli industriali italiani ed europei. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini (foto), ha lanciato un appello diretto al governo e all’Unione Europea: “Serve un piano immediato di sostegno agli investimenti, anche se c'è da sforare un po' il debito pubblico per sostenere le imprese, perché, se tra poco ci voltiamo indietro e non abbiamo nessuna impresa e non abbiamo occupazione, io credo che sia molto peggio”.
Parole pesanti, inusuali nella loro franchezza, che puntano dritte al cuore del dibattito economico europeo: la rigidità dei vincoli di bilancio e la mancanza di una risposta rapida e compatta ai colpi inferti da Washington.

“Un piano triennale per evitare il disastro”
Orsini non si limita alla denuncia. Chiede interventi rapidi, coordinati, strutturali: “Occorre un piano straordinario su tre capitoli: investimenti, sburocratizzazione per eliminare i dazi interni, e recupero di competitività su fattori chiave quali l’energia”. L’obiettivo è impedire che i dazi americani, il cui impatto si preannuncia devastante per settori come farmaceutica, agroalimentare, moda e meccanica, colpiscano un tessuto produttivo già debilitato dalla stagnazione.
“Industria 5.0 non sta funzionando”, ha aggiunto Orsini, “i nostri imprenditori non stanno investendo. Abbiamo bisogno di attuare un piano immediato di sostegno agli investimenti”.

La Germania lancia l’allarme: “Dazi fatali per l’automotive”

Anche in Germania il mondo industriale è in fibrillazione. La VDA, potente associazione dell’industria automobilistica tedesca, ha parlato di “segnale fatale” da parte degli Stati Uniti. “I dazi minacciano migliaia di posti di lavoro e l’intera catena del valore europeo”, ha dichiarato la presidente Hildegard Müller. Il ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha chiesto all’UE una “risposta rapida e ferma”, mentre la DIHK, la Camera di commercio tedesca, ha stimato che il 70% delle imprese sarà colpito negativamente.
Il settore chimico, attraverso la VCI, ha invocato invece prudenza: “Una spirale di ritorsioni danneggerebbe tutti, anche le imprese europee”, ha dichiarato il portavoce della federazione.

La strategia di Orsini: nuovi mercati e Bce più aggressiva
Oltre alla richiesta di “unità europea”, Orsini propone l’apertura di nuove rotte commerciali. “Dobbiamo saper reagire e reagire vuol dire aprire da subito nuovi mercati. Penso al Mercosur, all’India: mercati fondamentali per superare questa difficoltà”. E insiste anche su una BCE più attiva: “Serve una politica monetaria che aiuti l’export, anche con un euro meno forte”.
Secondo il Centro Studi di Confindustria, l’impatto dei dazi potrebbe ridurre il PIL italiano dello 0,6% nel 2025. In caso di piena guerra commerciale, la crescita rischia di fermarsi allo 0,2%.

Il bivio europeo
L’Europa è chiamata a scegliere: restare impantanata in vincoli di bilancio e lentezze istituzionali, oppure affrontare la sfida con decisioni straordinarie. Orsini lo ha detto chiaramente: “Solo uniti siamo forti”. Ma, per esserlo davvero, serve ora il coraggio politico di intervenire, senza tabù, anche sul fronte del debito pubblico.

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