L’Osservatorio Cpi: "Redditi Irpef, forte calo delle dichiarazioni sopra 50mila euro"
- di: Giuseppe Castellini
Continua e anzi accelera in Italia la riduzione del numero delle persone che dichiarano oltre 50mila euro di reddito complessivo Irpef. Un trend in atto dal 2010, ben prima dell’emergenza Covid, e che trova un’accelerazione nei recenti dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi Irpef presentate nel 2020, con riferimento ai redditi guadagnati nel 2019, quindi prima dell’emergenza pandemia.
“Considerato il livello di dettaglio dei dati” – afferma l’Osservatorio Conti pubblici italiani (Osservatorio Cpi), diretto da Carlo Cottarelli - “non siamo in grado di determinare quanta parte della diminuzione dei redditi osservata sia attribuibile ad un potenziale aumento dell’evasione fiscale e quanta parte invece possa dipendere da una variazione effettiva della distribuzione dei redditi sottostante. Sembra comunque improbabile che la distribuzione dei redditi sottostante sia cambiata a sfavore dei redditi alti al punto da ridurne la quota da 6,1% del 2009 al 5,6% nel 2019”.
L’Osservatorio, nell’ambito di un’indagine sui dati diffusi dal Ministero firmata da Francesco Tucci, rileva che “emerge chiaramente, come già rilevato in analisi precedenti, la percentuale molto esigua di dichiaranti con redditi superiori a 50mila euro (pari solo al 5,6%)”.
La bassa percentuale di dichiaranti redditi elevati non è un fenomeno riscontrabile solo nel 2019; essa è anzi coerente con un trend di riduzione delle dichiarazioni di redditi elevati a partire dal 2010, già riscontrato in una precedente nota dell’Osservatorio Cpi. “In questo senso” - afferma l’Osservatorio - “è possibile riprendere e ampliare l’esercizio già condotto in tale nota, nel quale ci si chiedeva, con riferimento alla serie storica dei dati del Mef, quanti contribuenti in ogni anno avessero dichiarato un reddito superiore ad una soglia equivalente a 50mila euro nel 2018. Poiché tale soglia, per il 2018, corrispondeva a 2,3 volte il reddito medio della distribuzione, per calcolare la soglia equivalente è sufficiente moltiplicare il reddito medio derivabile dalle dichiarazioni per 2,3. Per il 2019 tale soglia equivalente è pari a 50mila 137 euro. La percentuale di contribuenti con un reddito superiore alla soglia indica che il trend decrescente è tutt’ora in corso”.
Molte le evidenze interessanti che emergono da dati pubblicati dal Mef relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020 e relative all’anno di imposta 2019. Tra queste, oltre al fatto che solo il 5,6% dei contribuenti dichiara redditi sopra i 50mila euro, proseguendo il trend decrescente degli scorsi anni, guardando all’aliquota media Irpef per i vari scaglioni emerge anche che l’imposta è leggermente regressiva per i redditi bassi. L’aliquota, infatti, aumenta notevolmente per i redditi medio bassi (fino a 26mila euro circa) e cresce più gradualmente per i redditi alti e medio alti.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di reddito dichiarato, la maggior parte del reddito complessivo proviene dal lavoro dipendente, che rappresenta il 53% del totale - ammontare in crescita del 2,3% rispetto al 2018 - e dalle pensioni, che rappresentano il 29% del totale; quest’ultimo dato è cresciuto del 2,5% rispetto al 2018, principalmente per effetto di maggiori pensionamenti tramite Quota 100. Il fatto che la maggior parte dei redditi sia rappresentata da queste due voci è dovuto essenzialmente al fatto che i redditi da capitale e buona parte delle rendite immobiliari siano soggette a tassazione separata.
Il reddito medio da lavoro dipendente è di circa 21mila 100 euro, mentre quello da pensione di circa 18.300 euro; entrambi sono rimasti pressoché invariati rispetto all’anno precedente.
Il reddito medio Irpef da lavoro autonomo è invece aumentato del 25% e si è attestato su un valore medio dichiarato di 58mila euro. Il monte reddito complessivo è però calato del 20,1%. Tale calo macroscopico è principalmente dovuto alla modifica, occorsa nel 2019, dei requisiti di accesso al regime forfettario sostitutivo dell’imposizione Irpef, con l’innalzamento della soglia minima dei ricavi a 65mila euro e l’abolizione di altri vincoli. Gli aderenti al regime forfettario sono aumentati dell’82% rispetto al 2018; per tali soggetti il reddito soggetto a tassazione sostitutiva non concorre alla formazione del reddito complessivo.
Questa voce risulta in diminuzione rispetto al 2018 sia per le società che adottano una contabilità semplificata (-14,1%) sia per quelle in contabilità ordinaria (-4,2%). Il valore medio per tutte le tipologie di impresa risulta pari a 22mila 400 euro. Per quanto riguarda i redditi da partecipazione, il cui ammontare totale ha visto un calo del 3,5% rispetto al 2018, il valore medio si è assestato sui 18mila 400 euro.