COP 28, al via il vertice di Dubai sul clima: in esame l'accordo di Parigi

- di: Barbara Bizzarri
 

Emissioni in continua crescita, rinnovabili ferme. Sarebbe cosa buona e giusta investire più nella ricerca tecnologica, ma in realtà la partita si gioca in Asia, Africa e Sudamerica (altro che nella scalcagnata e agonizzante Europa): ecco lo scenario che Si apre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per l'annuale Conferenza Onu sul clima, arrivata alla 28esima edizione. I 195 Paesi partecipanti saranno chiamati a dichiarare quali passi avanti hanno fatto rispetto agli obiettivi indicati nel 2015 dall'Accordo di Parigi: un bilancio che, stando agli studi scientifici pubblicati finora, dovrebbe essere negativo. Per l'Italia presente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mentre grande assenti saranno il Santo Padre, costretto da una malattia e rappresentato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il cui intervento per la Santa sede sarà il 2 dicembre sulla mitigazione, ossia rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici prevenendo o diminuendo l'emissione di gas serra, e i presidenti USA e Cina, ovvero Biden e Xi. L’apertura del summit promette bene, si fa per dire, dato che l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite è immediato: "Il 2023 sarà l'anno più caldo di sempre".

COP 28, al via il vertice di Dubai sul clima: in esame l'accordo di Parigi

Emissioni in continua crescita, rinnovabili ferme. Sarebbe cosa buona e giusta investire più nella ricerca tecnologica, ma in realtà la partita si gioca in Asia, Africa e Sudamerica (altro che nella scalcagnata e agonizzante Europa): ecco lo scenario che Si apre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per l'annuale Conferenza Onu sul clima, arrivata alla 28esima edizione. I 195 Paesi partecipanti saranno chiamati a dichiarare quali passi avanti hanno fatto rispetto agli obiettivi indicati nel 2015 dall'Accordo di Parigi: un bilancio che, stando agli studi scientifici pubblicati finora, dovrebbe essere negativo. Per l'Italia presente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mentre grande assenti saranno il Santo Padre, costretto da una malattia e rappresentato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il cui intervento per la Santa sede sarà il 2 dicembre sulla mitigazione, ossia rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici prevenendo o diminuendo l'emissione di gas serra, e i presidenti USA e Cina, ovvero Biden e Xi. L’apertura del summit promette bene, si fa per dire, dato che l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite è immediato: "Il 2023 sarà l'anno più caldo di sempre".

L'appello a fare molto di più, a raddoppiare se non triplicare gli sforzi è arrivato forte e chiaro non solo dalla scienza ma anche da numerosi organismi e istituzioni. Qualche giorno fa, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in vista della Cop, ha detto che "i leader devono interrompere il ciclo mortale del riscaldamento del pianeta" perché “senza cambiare rotta, ci stiamo dirigendo verso un disastroso aumento della temperatura di tre gradi centigradi entro la fine del secolo”. A imprimere una svolta, per una buona riuscita della Cop28 prevista fino al 12 dicembre e con 70mila presenze, potrebbero essere gli inviati speciali per il clima di Usa, John Kerry, e Cina, Xie Zhenhua, ovvero i due Paesi che detengono il triste primato di maggiori produttori di gas serra (sommati fanno il 40%).

Senza l'azione delle due superpotenze, "non si vincerà questa battaglia" ha detto Kerry assicurando di aver deciso con l'omologo cinese di lavorare "per il successo" della Cop. Gli altri argomenti chiave della Cop saranno anche il fondo "Loss& damage" per ristorare le perdite e i danni del clima nei paesi poveri e il fondo da 100 miliardi all'anno fino al 2025 a sostegno delle economie in via di sviluppo. La Conferenza, sarà aperta su aspetti organizzativi e procedurali dal presidente, Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell'Industria degli Emirati arabi uniti e inviato speciale per il cambiamento climatico, nonché fulcro di alcune polemiche, sia per essere amministratore delegato della società petrolifera di Stato-Adnoc, sia per presunti affari avviati con delegazioni governative di Paesi stranieri in materia di idrocarburi, che ha smentito. Al Jaber guida anche Masdar, azienda emiratina di energia rinnovabile. Ma non sono mancate nemmeno le polemiche incentrate direttamente sul Paese ospitante, visto che produce petrolio.

Oggi e domani sono previsti gli interventi dei capi di Stato e di Governo, che potranno gestire tre minuti a testa: ne sono previsti ben 150, mai così tanti prima. Il premier Giorgia Meloni, che presenta in delegazione anche l'inviato speciale per il clima, Francesco Corvaro e il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto,l oltre all'Ad di Eni Claudio Descalzi, parlerà venerdì, giornata incentrata sulle misure per prevenire o ridurre al minimo i danni, tema a cui tengono molto i Paesi in via di sviluppo e l'Africa, verso cui l'Italia è impegnata con il piano Mattei e con gran parte del fondo italiano per il clima, ovvero 4,2 miliardi di euro.

L'appello a fare molto di più, a raddoppiare se non triplicare gli sforzi è arrivato forte e chiaro non solo dalla scienza ma anche da numerosi organismi e istituzioni. Qualche giorno fa, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in vista della Cop, ha detto che "i leader devono interrompere il ciclo mortale del riscaldamento del pianeta" perché “senza cambiare rotta, ci stiamo dirigendo verso un disastroso aumento della temperatura di tre gradi centigradi entro la fine del secolo”. A imprimere una svolta, per una buona riuscita della Cop28 prevista fino al 12 dicembre e con 70mila presenze, potrebbero essere gli inviati speciali per il clima di Usa, John Kerry, e Cina, Xie Zhenhua, ovvero i due Paesi che detengono il triste primato di maggiori produttori di gas serra (sommati fanno il 40%).

Senza l'azione delle due superpotenze, "non si vincerà questa battaglia" ha detto Kerry assicurando di aver deciso con l'omologo cinese di lavorare "per il successo" della Cop. Gli altri argomenti chiave della Cop saranno anche il fondo "Loss& damage" per ristorare le perdite e i danni del clima nei paesi poveri e il fondo da 100 miliardi all'anno fino al 2025 a sostegno delle economie in via di sviluppo. La Conferenza, sarà aperta su aspetti organizzativi e procedurali dal presidente, Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell'Industria degli Emirati arabi uniti e inviato speciale per il cambiamento climatico, nonché fulcro di alcune polemiche, sia per essere amministratore delegato della società petrolifera di Stato-Adnoc, sia per presunti affari avviati con delegazioni governative di Paesi stranieri in materia di idrocarburi, che ha smentito. Al Jaber guida anche Masdar, azienda emiratina di energia rinnovabile. Ma non sono mancate nemmeno le polemiche incentrate direttamente sul Paese ospitante, visto che produce petrolio.

Oggi e domani sono previsti gli interventi dei capi di Stato e di Governo, che potranno gestire tre minuti a testa: ne sono previsti ben 150, mai così tanti prima. Il premier Giorgia Meloni, che presenta in delegazione anche l'inviato speciale per il clima, Francesco Corvaro e il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto,l oltre all'Ad di Eni Claudio Descalzi, parlerà venerdì, giornata incentrata sulle misure per prevenire o ridurre al minimo i danni, tema a cui tengono molto i Paesi in via di sviluppo e l'Africa, verso cui l'Italia è impegnata con il piano Mattei e con gran parte del fondo italiano per il clima, ovvero 4,2 miliardi di euro.

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