Le promesse dei nuovi sindaci, tra certezze e speranze
- di: Diego Minuti
L'arte della retorica è molto difficile da maneggiare, soprattutto quando gli argomenti che si toccano sono, già da soli, delle sfide tremende. Ma, ammettiamolo, solo in Italia si toccano picchi di spavalderia quando, una volta raggiunto un obiettivo, ci si sente autorizzati a promettere questo e quell'altro. Speriamo che in questa categoria non rientrino i nuovi (o confermati) sindaci delle città più grandi interessate dalla recente tornata elettorale e che, una volta insediatisi, hanno fatto partecipi i loro amministrati dei primi punti che hanno in agenda e che rientrano quasi sempre nella categorie delle emergenze.
Dopo le amministrative, focus sull'operato dei sindaci nuovi (o confermati)
L'esempio che viene per primo è certamente quello di Roberto Gualtieri che, non appena sedutosi sulla poltrona sino a poche ore prima occupata da Virginia Raggi, ha fatto una promessa che, viste le recenti esperienze vissute dai romani (ma anche da chi arriva in città per motivi diversi), sa tanto di un auspicio.
La speranza è che quel ''ripuliremo Roma dai rifiuti'' pronunciato da Gualtieri non sia solo qualcosa detto ad uso e consumo di chi, da anni, aspetta proprio questo, che la capitale torni ad essere vivibile, almeno dal punto di vista della sicurezza sanitaria.
Crediamo nell'entusiasmo, ed anche nella buona fede, di Gualtieri che come al solito dà l'impressione di chi entra in un negozio di cristalleria e si muove con grandissima cautela nel timore di fare danni. Forse, comunque, il nuovo sindaco di Roma ha ragione ad andarci cauto come confermato dalle notizie che, immediatamente dopo il suo insediamento, sono circolate e che gli attribuivano la volontà di ''monetizzare'' quanto più possibile l'accesso delle automobili sulle 'strisce blu', croce e diletto dei romani.
Una notizia che ha scatenato reazioni negative (in molti hanno detto: non si è nemmeno seduto alla poltrona e già aumenta le gabelle?) alle quali ha messo subito la sordina lo stesso Gualtieri dicendo: ''Ho letto con stupore informazioni non vere sulle strisce blu. Noi abbiamo detto che le potenzieremo come numeri così come le corsie preferenziali. Tutto il resto sono indiscrezioni prive di fondamento. I cittadini possono stare tranquilli, faremo un lavoro di miglioramento del servizio pubblico, interventi per ridurre il traffico e per aiutare i romani a spostarsi meglio''. Quindi un piccolo mistero, cui ha fatto seguito una tempesta mediatica, come tante ce ne saranno in futuro ed alle quali sarebbe bene che Gualtieri cominciasse ad abituarsi.
Purtroppo per lui - a meno che il nuovo sindaco nasconda un profilo ben diverso da quello mostrato pubblicamente - in questa prima delicatissima fase del suo mandato si trova a dovere mettere le mani nel classico cesto pieno di serpenti velenosi con la speranza che nessuno di essi lo morda. Per questo, una volta ufficializzata la sua giunta, dovrà farsi carico dei dossier più spinosi, direttamente o affidandoli a persone di sua totale fiducia, ma anche di riconosciuta capacità. Insomma l'esatto contrario del recente passato, dove alcune nomine - non necessariamente legate alla problematica del rifiuti - sono destinate alla Storia, meritevoli, semmai ne esiste uno, ad entrare a pieno titolo nel Museo della stravaganza.
La promessa di Gualtieri di fare uscire Roma dal degrado e, quindi, di restituirle la passata dignità che deve avere una capitale, è forte, è sentita, ma rischia di esporlo ad un cannoneggiamento nel momento in cui non dovesse trovare attuazione, magari per colpe che non coinvolgono i nuovi sindaco e giunta.
Roma, se solo si riflette per un momento, spogliandosi da qualsiasi condizionamento politico oi ideologico, in fondo non chiede molto. E quello che chiede è notorio: potere tornare a vivere, senza doversi barcamenare tra rifiuti che invadono strade e marciapiedi, senza dovere passare - con bocca e naso tappati - per nubi maleodoranti o facendo (da pedone così come da guidatore) gimcane per evitare di cadere dentro le buche.
Poche cose, ma concrete. Se solo Gualtieri riuscisse ad alzare l'asticella della vivibilità di Roma, tutti gliene saranno grati. Anche coloro che, usciti sconfitti dalle elezioni, hanno pronto l'armamentario dell'opposizione più becera.