Ma una sindaca può rispondere anche della 'bua' di un bimbo all'asilo?

- di: Diego Minuti
 
La disavventura della sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, che ha ricevuto un avviso di garanzia (la procura della città lombarda ipotizza una sua responsabilità nell'incidente accaduto in ottobre ad un bimbo di un asilo comunale: due dita schiacciate in una porta tagliafuoco), ripropone un tema abbastanza controverso legato a quello di cui deve rispondere un primo cittadino per eventi che possono essere ricondotti all'Amministrazione e non direttamente alla sua persona.

L'incidente non ha provocato al bimbo delle lesioni gravi, tanto che, a distanza di pochi giorni, è tornato a frequentare l'asilo nido. Resta però il fatto che ora la sindaca di Crema dovrà affrontare un procedimento che, secondo la Procura, trova giustificazione nella mancata predisposizione di dispositivi che impedissero la chiusura automatica della porta tagliafuoco.
Ora, se questo è il convincimento della Procura (che non significa affatto che, in automatico, Stefania Bonaldi arriverà poi a rispondere della contestazione davanti ad un giudice), appare quanto meno singolare attestare che una sindaca debba rispondere di tutto quel che accade nell'ambito delle attività e delle competenze della sua amministrazione.

Perché questo significherebbe, ad esempio, che prima di apporre la sua firma in calce ad un contratto di acquisto di una partita di carta igienica, un sindaco debba disporre una perizia merceologica per verificare se quanto comprato risponda a determinati requisiti e se, di conseguenza, il prodotto sia in regola con le norme in materia di sanità pubblica. L'elenco potrebbe allungarsi all'infinito perché le competenze di un primo cittadino sono tante e tali da esporlo a una lunga lista di potenziali problemi.
Va da sé che la Procura ha l'obbligo di indagare su eventi che possano avere un risvolto giudiziario, ma nel caso specifico - senza volere essere irrispettosi nei confronti dei magistrati inquirenti - si pensa veramente che la sindaca Bonaldi avrebbe dovuto controllare la chiusura delle porte di ciascun edificio di competenza del Comune?
Se così fosse, pensiamo con terrore a cosa dovrebbero fare i sindaci delle nostre metropoli: passerebbero gran parte delle loro giornate a girare continuamente per scuole, asili, uffici, parchi di sua competenza e a controllare l'esistenza di potenziali pericoli. Che certo non possono essere esclusi, ma sui quali devono vegliare non i responsabili politici dell'ente, ma le strutture tecniche, che sono pagate per questo.

La porta tagliafuoco dell'asilo nido di Crema è stata installata alla presenza del sindaco? Solo se la risposta fosse positiva si potrebbe ipotizzare una eventuale colpa del sindaco, dando per scontato che abbia le competenze per capire se una porta è pericolosa.
Il sindaco Bonaldi, rispondendo ad uno dei messaggi di solidarietà che le hanno inviato molti dei suoi colleghi, ha fatto una considerazione saggia, dopo avere rassicurato sulle condizioni del bambino: "L'aspetto giudiziario me lo vedo io nelle sedi opportune, non ce l'ho con la magistratura, ma credo che sia il momento di interrogarsi sul sistema. Credo sia paradossale. Allora i dirigenti che cosa li nominiamo a fare?", aggiungendo che "forse è il caso di rivedere il tema della responsabilità dei sindaci che sono chiamati a rispondere di tutto".
Ha un bel dire Beppe Sala che quello del sindaco ''è il più bel mestiere del mondo'', perché le potenziali grane sono tante. Al punto che tanti potenziali sindaci forse si starano chiedendo ''Ma chi me lo fa fare".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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