Nel caldo agostano, Salvini torna ad attaccare il ministro Lamorgese
- di: Diego Minuti
Le polemiche - nonostante il caldo torrido di questi giorni - non vanno mai in vacanza, soprattutto se chi le alimenta è convinto di avere una missione e su di essa costruisce le sue strategie. Tra le ultime polemiche c'è , in ordine di tempo (per l'importanza lasciamo ad altri decidere), quella che il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha scatenato contro il ministro dell'Internp, Luciana Lamorgese, per la timida apertura di quest'ultima allo ius soli, ovvero alla possibilità di riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce sul nostro territorio.
Le parole di Salvini sono state, come sempre, inequivocabili, perché alla - ripetiamo - timida apertura del ministro (parliamone, troviamo una sintesi tra le varie proposte), il segretario della Lega ha replicato con la solita ''verve'': sta vaneggiando, si impegni piuttosto a fermare gli sbarchi. Per evitare di dimenticare qualche passaggio, riportiamo il virgolettato delle dichiarazioni di Salvini: ''Invece di vaneggiare di ius soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanza in assoluto, il ministro dell'Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia. Ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito''.
Se la lingua italiana è comprensibile, pur prestandosi più di altre alle sfumature, Salvini sta dicendo che, pur potendo fermare gli sbarchi, il Viminale ha deciso di non intervenire e, quindi, di consentire agli scafisti di riversare sulle nostre coste centinaia di immigrati. Se non ci siamo proprio dentro, quella di Salvini è quasi un'accusa di omissione, se non addirittura di accondiscendenza.
Forse però questo argomento necessita di una premessa: gli sbarchi sono un problema, inutile girarci attorno, e lo sono ancora di più se l'Europa continuerà a lasciarci da soli, a girarsi dall'altro lato. Soprattutto perché da qui a poco l'Europa sarà investita da una nuova ondata di arrivi dall'Afghanistan, dove l'imminente conquista del potere da parte dei taliban, oltre che concretizzarsi nella riesumazione di un regime liberticida in nome di una religione, scatenerà il panico e con esso la fuga.
La destinazione? L'Europa, certamente. Ma questa Europa sembra non farci caso, quasi che gli sbarchi di immigrati sulle nostre coste sia un fenomeno incancellabile, endemico e quindi quasi irrisolvibile. Ma torniamo all'Italia. Gli attacchi, ormai quotidiani, di Salvini al ministro Lamorgese appaiono abbastanza scontati, quasi che il segretario della Lega abbia compreso che sta perdendo, politicamente, terreno rispetto alla destra dei Fratelli d'Italia che secondo alcuni sondaggi è ormai il primo partito del Paese.
Al di là delle attestazioni di Berlusconi (che lo ha incoronato leader del centrodestra, forse pensando di essere in cambio sostenuto nell'ambizione di essere il prossimo presidente della Repubblica), Salvini sembra avere il fiato corto e per questo è risalito in sella all'unico suo cavallo di battaglia che gli ha reso: la lotta agli immigrati. Anche se, forse in questo momento in cui molti dei ragazzi e ragazze che indossavano la maglietta azzurra alle Olimpiadi avevano pelle e cognomi non propriamente legati al ''topos'' padano, l'argomento della cittadinanza magari legata alle attività sportive è forse più accettato di prima.
Ma quello che sembra non essere considerato da parte di chi contesta la posizione aperturista del ministro sullo ius soli è che Luciana Lamorgese non è un politico, ma un tecnico che, da civil servant, ha messo le sua capacità a disposizione del Paese. Quindi, al di là del fatto dell'incarico che detiene, le sue idee devono essere prese per quelle che sono, la posizione di chi ha servito per decenni lo Stato e, quindi, ragiona non da seguace di questo o quel leader, ma da conoscitore dei problemi, e magari anche da loro solutore.
Purtroppo, in questa contingenza, il ministro Lamorgese - come tutti i suoi predecessori al lavoro, mentre, in agosto, i colleghi hanno allentato la loro presenza - sembra essere stata lasciata sola. Poco conta infatti l'appoggio implicito che le è arrivato da Enrico Letta che dello ius soli ha fatto una delle richieste più forti e che quindi potrebbe ritrovarsi accanto a Lamorgese, oltre che per piena convinzione, anche per convenienza politica.