Cinque Stelle: un teatrino della politica da cui tutti usciranno sconfitti

- di: Diego Minuti
 
Beppe Grillo è ufficialmente in silenzio e non ha replicato alle bordate gli sono state scagliate da Giuseppe Conte, in quella che, più che una conferenza stampa, è apparsa una dichiarazione di guerra che ha solo apparentemente un fondamento nel gap generazionale e ideologico dei due protagonisti.
Grillo ha fatto le fortune del movimento dei Cinque Stelle intercettando la rabbia della gente che, a torto o a ragione, si sentiva tradita dalla classe politica e nel comico-messia genovese aveva visto lo strumento per scardinare un sistema di potere sedimentatosi anche grazie alla connivenza e complicità di una imprenditoria sempre disponibile a mettere le mani in tasca pur di raggiungere i suoi obiettivi.

La storiella dell' "uno vale uno'' e degli appostoli dell'anti-politica ha retto sino alla prova regina, quella della poltrona, strumento in cui non si identifica solo il potere, ma anche le prebende che da esso derivano. E una volta che hai ingurgitato giulebbe in quantità industriali è dura tornare a intingere il pane raffermo nel latte della vita quotidiana.
Giuseppe Conte ieri davanti ai microfoni ha celebrato i Cinque Stelle, ma gli è forse mancata l'onestà di sottolinearne gli sbagli - e sono tanti - che sono stati infilati in questi anni, senza che mai ci sia stata su di essi un'autocritica, anche solo accennata dai singoli e non invece dal movimento.

La forza politicamente dirompente che l'ex premier ha disegnato in conferenza stampa non c'è più da tempo, come testimoniano i vari cambi di fronte davanti a quelli che erano cavalli di battaglia e che ora sono sbiaditi ricordi di un passato coltivato solo da chi ha cercato di vendersi come un Cincinnato 2.0 senza che nessuno ne tornasse a reclamare la presenza (ogni riferimento ad Alessandro Di Battista...). O come da quel microcosmo di delusi - chi per non essere mai stato ministro o chi lo era, ma è stato messo alla porta per manifesta inadeguatezza (evitiamo di fare nomi, per carità di patria) - che da sempre vivacchiano all'ombra della rassicurante fronda del potere.

I Cinque Stelle, che non sono più un 'non partito' e nemmeno un movimento, devono decidere il loro futuro e la questione non si riduce solo alla diarchia imperfetta che potrebbe determinarsi con una gestione fintamente congiunta, quale quella ipotizzata tra Conte e Grillo. Il vero guado non è, quindi, quello della guida a doppia trazione, ma di cosa dovrà essere il movimento nel momento in cui, preso atto della fine della sbornia post-elezioni del 2018 (32 per cento dei consensi, con 227 deputati e 112 senatori), i grillini avranno il coraggio, mancato sino ad ora, di chiedersi il perché delle sconfitte elettorali che ne sono seguite e l'imbarazzante emorragia di parlamentari tutt'ora in corso.

Cullarsi sulle vittorie per l'uomo saggio deve essere solo un istante che precede le riflessioni e le azioni per proseguire nel cammino positivo. I Cinque Stelle non sono stati capaci di farlo e si cullano ancora su un passato che non esiste più e che ha cominciato a cancellarsi non tanto da quando hanno assaporato il potere, ma da quando non hanno saputo trarre dal passato la sola vera lezione: stare al governo non è solo esercizio di potere, ma anche capacità di fare ammenda per errori di valutazione fatti in passato.
Un passato in cui i grillini - piuttosto che imparare a governare - perdevano tempo sbeffeggiare e ad irridere gli sconfitti, dall'alto di una non ancora meritata dignità istituzionale.

Ora, davanti ad una platea più o meno direttamente interessata, Conte e Grillo danno vita ad uno sconcertante siparietto che non nei contenuti, ma nella forma è quasi infantile: vattene! No, vattene tu! No, io resto! Figurati se ti lascio da solo.
Quasi non si rendano conto che il loro scontro alla fine potrà avere un vincitore, ma gli sconfitti saranno tantissimi. Perché, al di là dello sguardo bonario e benedicente, in politica chi vince non sempre perde tempo a fare prigionieri.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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