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Confartigianato Studi, verso la manovra: le tendenze della politica fiscale nel 31esimo report

- di: Barbara Bizzarri
 
Confartigianato Studi, verso la manovra: le tendenze della politica fiscale nel 31esimo report

Mancano meno di due settimane alla presentazione della manovra di bilancio, che entrerà nel vivo con l'invio del Documento Programmatico di Bilancio alla Commissione europea entro il 15 ottobre, seguito dal varo del disegno di legge di bilancio entro il 20 ottobre. Le linee principali della manovra 2025, ispirate al Piano strutturale di bilancio 2025-2029 approvato lo scorso 25 settembre, sono state illustrate oggi nel 31° report di Confartigianato, un documento che analizza l'andamento economico, la congiuntura e le piccole e medie imprese (PMI). Il webinar di presentazione ha visto interventi di figure di spicco come Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato, e Bruno Panieri, Direttore delle Politiche Economiche.

Confartigianato Studi, verso la manovra: le tendenze della politica fiscale nel 31esimo report

Indicatori di finanza pubblica L’intervento di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, ha delineato il percorso degli indicatori di finanza pubblica, ponendo l'accento sulla riduzione del rapporto deficit/PIL. Secondo il report, il deficit scenderà progressivamente: al 2,8% nel 2026 e all'1,8% nel 2029. Un segnale positivo è il saldo primario, che tornerà positivo già dal 2024, indicando che lo Stato comincerà a generare un avanzo primario, ovvero le entrate supereranno le spese, al netto degli interessi sul debito pubblico.

Per quanto riguarda il rapporto debito/PIL, è previsto un aumento iniziale: +1,2 punti percentuali nel 2025 e +0,9 punti nel 2026. Tuttavia, a partire dal 2027, il debito dovrebbe iniziare a ridursi, seguendo un percorso di discesa più marcato nel 2028 e 2029, quando dovrebbe scendere al 134,9% del PIL, vicino al livello del 2023 (134,8%).

Vincoli e governance fiscale Un tema centrale è il rischio per l’Italia di finire sotto procedura di infrazione per deficit eccessivo, in base alle nuove regole europee. Ciò implicherebbe una correzione del saldo primario strutturale di oltre mezzo punto percentuale di PIL all’anno, considerando che tra il 2025 e il 2027 sarà necessario compensare anche l'aumento della spesa per interessi in rapporto al PIL. Il calo del debito pubblico sarà supportato da un vincolo rigido sulla crescita della spesa pubblica, una delle novità della riforma della governance fiscale dell'UE. Il Piano strutturale prevede che la crescita media annua della spesa primaria netta per il periodo 2025-2031 si attesti all'1,5%, in linea con la traiettoria di riferimento calcolata dalla Commissione europea.

Spesa pubblica e revisione Il report di Confartigianato analizza anche le dinamiche della spesa soggetta a vincoli in rapporto all'andamento dei prezzi e del PIL nominale. Viene sottolineata la rigidità della spesa pubblica, che potrebbe ostacolare gli obiettivi di spending review del Governo. L'evoluzione della spesa è infatti un aspetto critico, poiché la riduzione del debito e il rispetto dei parametri europei richiederanno interventi mirati per contenere e razionalizzare le spese.

Dinamiche settoriali e tendenze macroeconomiche Un'ampia parte del 31° report di Confartigianato è dedicata all’analisi delle differenze territoriali nelle performance economiche. Carlotta Andracco, dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, ha illustrato i risultati emersi in termini di esportazioni, lavoro, credito e turismo, mettendo in luce come questi elementi presentino forti variazioni a livello regionale.

Il report affronta anche una fotografia dettagliata delle principali filiere produttive italiane, evidenziando le criticità che stanno colpendo settori strategici come la moda e l’automotive. In particolare, il settore della moda ha risentito delle difficoltà dell’economia globale, mentre la filiera dell’automotive è stata messa sotto pressione dalla transizione verso una mobilità più sostenibile. Anche il commercio internazionale ha mostrato segni di rallentamento, con conseguenze significative per il “Made in Italy” e per la manifattura.

Tendenze del mercato del lavoro e del credito L’analisi prosegue con una valutazione delle tendenze del mercato del lavoro, sia a livello nazionale che internazionale, mostrando come i cambiamenti strutturali in corso possano influenzare l’occupazione e le competenze richieste dalle imprese. In questo contesto, la crisi edilizia, che ha seguito una lunga fase espansiva, viene monitorata attentamente per coglierne i segnali di trasformazione.

Infine, l’andamento dei tassi di interesse e del costo del credito viene valutato alla luce del recente secondo taglio dei tassi deciso dalla BCE. Questo intervento della Banca centrale europea potrebbe avere ripercussioni importanti sul costo dei prestiti e degli investimenti, aspetti fondamentali per la sostenibilità economica delle PMI italiane, e sarà un fattore chiave nel determinare la ripresa degli investimenti nel medio termine.

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