Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha approvato ieri, con voto unanime dei presenti, il nuovo ordinamento professionale della categoria. Assenti il vicepresidente Michele de Tavonatti e la consigliera Gabriella Viggiano. Il testo, definito dagli addetti ai lavori una svolta fondamentale per la professione, sarà sottoposto a breve all’attenzione delle forze politiche per il successivo iter parlamentare. La riforma si presenta come un intervento organico e articolato, mirato a ridefinire molti aspetti della professione. Tra le principali novità figurano modifiche relative all’oggetto della professione, norme sulle incompatibilità, esercizio della professione in forma associata, disciplina del tirocinio, regolamentazione dei consigli di disciplina territoriali e del consiglio nazionale. Cambiamenti significativi anche in tema di morosità e relative sanzioni, disciplina dei compensi, assicurazione professionale, sistema elettorale e specializzazioni.
Commercialisti: arriva la riforma. Elbano de Nuccio: "Pagina fondamentale"
“Con l’approvazione di questo testo – ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale, Elbano de Nuccio – abbiamo scritto una pagina fondamentale per il futuro della professione. Ora sarà massimo il nostro impegno per illustrare la riforma a tutte le forze politiche, affinché si giunga in tempi rapidi a un suo approdo in Parlamento”. De Nuccio ha sottolineato l’ampiezza e la complessità dell’intervento: “Si tratta di una riforma ampia e organica. Nella riscrittura della nostra carta d’identità il Consiglio Nazionale ha affrontato questioni nevralgiche per la professione e per la sua futura evoluzione. Questi temi sono strettamente correlati a un contesto normativo e socioeconomico delle professioni ordinistiche, e del Paese in generale, in rapido e continuo cambiamento”.
Tra i punti più innovativi del nuovo ordinamento spicca l’introduzione di un sistema elettorale misto, che bilancia il 50% del peso elettorale tra i consiglieri degli Ordini territoriali e gli iscritti. Il modello include una quota riservata agli under 45 e conferma quella del genere meno rappresentato (pari a due quinti). Secondo de Nuccio, questa scelta è guidata dalla volontà di garantire una rappresentanza inclusiva e democratica: “L’obiettivo di fondo è l’incremento della democraticità del sistema elettorale, con un conseguente allargamento della base elettorale. La nostra intenzione è coinvolgere tutti i colleghi iscritti nell’albo, assicurando che siano adeguatamente rappresentati e protagonisti, sia nella scelta dei rappresentanti territoriali che di quelli nazionali”. De Nuccio ha spiegato come il nuovo sistema permetta di contemperare diverse esigenze: “Il sistema misto consente di tener conto della volontà degli iscritti e, al contempo, di non rinunciare al riconoscimento dell’importante ruolo svolto dai Consigli degli Ordini. Questo meccanismo facilita un’estensione dell’elettorato attivo. Il passaggio dal sistema attuale al sistema misto lascia invariato il peso elettorale di ogni Ordine. Tuttavia, grazie a un’adeguata perequazione, il sistema risulta più democratico perché dà maggiore peso diretto agli iscritti”.
Il voto per il Consiglio Nazionale si svolgerà tramite piattaforma informatica con modalità segreta, garantendo così la massima trasparenza e libertà di partecipazione. Parallelamente, è stata riformulata la composizione dei Consigli degli Ordini territoriali in base al numero di iscritti: 15 membri per Ordini con più di 1.500 iscritti, ma meno di 2.000; 17 membri per Ordini con oltre 2.000 iscritti, ma meno di 3.000; 19 membri per Ordini con oltre 3.000 iscritti, ma meno di 4.500; 21 membri per Ordini con più di 4.500 iscritti. Con questa riforma, il Consiglio Nazionale intende proiettare la professione nel futuro, adattandola a un panorama normativo e socioeconomico in evoluzione. Il testo mira a fornire risposte concrete alle esigenze dei professionisti, salvaguardando al contempo i valori fondanti della categoria. “Questo è un passo decisivo – ha concluso de Nuccio – per costruire un sistema più inclusivo, rappresentativo e capace di rispondere alle sfide dei tempi. La riforma non è solo un aggiornamento normativo, ma un’opportunità per consolidare il ruolo della nostra professione come pilastro del sistema economico e sociale del Paese”.