Cerved: segnali di ripresa per le imprese italiane nel 2025, ma resta l'incognita dei mercati globali

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta per il sistema produttivo italiano. Secondo il recente Cerved Industry Forecast, pubblicato il 15 gennaio 2025, le imprese italiane sono pronte a lasciarsi alle spalle la contrazione dello 0,9% registrata nel 2024, con un fatturato previsto in crescita dell’1,2% per il 2025 e dell’1,4% nel 2026. Tuttavia, i rischi legati al contesto internazionale e al protezionismo commerciale restano sfide da affrontare con urgenza.

Cerved: segnali di ripresa per le imprese italiane nel 2025, ma resta l'incognita dei mercati globali

Il rapporto Cerved, uno dei principali strumenti di analisi economica in Italia, fotografa una realtà imprenditoriale in transizione. La ripresa sarà sostenuta da una combinazione di fattori: la stabilizzazione dell’inflazione, il rafforzamento dei redditi delle famiglie e un rinnovato impulso alle esportazioni.

Due scenari delineano il futuro prossimo:

Scenario base (ottimistico): prevede una crescita complessiva del 1,7% tra il 2023 e il 2026, supportata da un miglioramento della domanda interna e da un calo dell’incertezza sui mercati energetici.

Scenario pessimistico: in caso di nuove tensioni geopolitiche o shock economici, il fatturato potrebbe contrarsi del 2,5% nello stesso triennio.

Settori in ripresa

Il 2025 segnerà una ripartenza per diversi comparti produttivi, alcuni dei quali duramente colpiti nel 2024:

Energie rinnovabili: crescita straordinaria del +139% nel periodo 2023-2026, trainata dagli investimenti europei e dalla transizione verso un’economia sostenibile.

Automotive: dopo anni difficili, il settore beneficerà dell’innovazione tecnologica e dell’adozione di veicoli elettrici, con un incremento previsto dell’1,92% nel 2025 e del 3,35% nel 2026.

Moda: il Made in Italy tornerà a brillare, registrando un aumento dell’1,08% nel 2025 e dell’1,32% nel 2026, grazie al consolidamento del mercato del lusso.

Anche il turismo e la ristorazione, settori trainanti dell’economia italiana, mostreranno segnali di crescita rispettivamente del 3,61% e del 2,90%.

I comparti ancora in sofferenza

Non tutti i settori riescono a seguire la scia della ripresa. Alcuni comparti strategici continuano a soffrire:

Oil&Gas: Penalizzato dalla transizione energetica, con una contrazione del 24,72% tra il 2023 e il 2026.

Editoria tradizionale: Ancora in calo (-22,19%), colpita dalla digitalizzazione e dal cambiamento nelle abitudini di consumo.

Macchine per la metallurgia: In difficoltà (-28,93%), un dato che riflette il ridotto investimento in infrastrutture tradizionali.

Le esportazioni sotto pressione

L’export italiano, pilastro dell’economia nazionale, affronta una fase di incertezza. Gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione per molti prodotti italiani, rappresentano una variabile critica: eventuali dazi potrebbero colpire settori strategici come moda, chimica e largo consumo.

Particolarmente esposti sono i prodotti simbolo del Made in Italy, come olio extravergine di oliva, prosecco e acqua minerale. Tali settori rischiano di perdere competitività a causa delle tensioni commerciali globali.

Conclusioni: una ripresa fragile ma promettente

Il rapporto Cerved evidenzia che il sistema produttivo italiano ha le basi per ripartire, ma questa ripresa sarà fragile e richiederà interventi strategici mirati. Innovazione, sostenibilità e una gestione attenta delle risorse saranno essenziali per garantire la competitività delle imprese italiane in un contesto globale complesso.

Il 2025 sarà quindi un banco di prova cruciale per le imprese italiane, chiamate a cogliere le opportunità offerte dalla ripresa economica senza perdere di vista i rischi e le sfide internazionali.

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