Centrodestra: i figli di Matteo e Giorgia irrompono nel dibattito
- di: Diego Minuti
La posta in palio è sotto gli occhi di tutti: la leadership nella (oggi) ipotetica coalizione di centrodestra che, se confermasse i numeri attuali, sarebbe in maggioranza nel prossimo parlamento. Una occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e, quindi, è abbastanza scontato che i due che si contendono il primato, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, facciano di tutto per sopravanzare l'avversario, sempre che, bisogna ancora una volta dirlo, alla fine il centrodestra come coalizione sia attuato e non solo pensato o auspicato.
Centrodestra: Meloni e Salvini portano i rispettivi figli al centro del dibattito
Una corsa nobile, che però, come gran parte delle competizioni in cui il premio finale è elevatissimo, non sempre rispetta le regole della cavalleria e dove, di conseguenza, tutto è permesso.
Prendiamo quel che è accaduto nelle ultime ore e che spingerebbe a più che un semplice sorriso.
Giorgia Meloni, che oltre a essere - come da comizio in Spagna - donna e cristiana, è anche madre, in una intervista, tra le altre cose ha anche detto che non intende vaccinare contro il Covid-19 la figlia, che ha cinque anni.
Perché, ha detto, ''il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto il rapporto rischio-beneficio. Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine''. Questo, ha spiegato ancora, ''è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023''.
Non entrando nel merito delle argomentazioni di Giorgia Meloni (elaborate in controtendenza agli avvertimenti della totalità del mondo scientifico mondiale, ma che comunque si devono rispettare poiché mirano sicuramente al meglio per la figlia), c'è solo da chiedersi se abbia valutato completamente l'impatto che le sue parole potrebbero avere, tenuto conto del suo seguito e del prestigio personale.
Guardando la cosa dall'esterno, sembrerebbe che Giorgia Meloni, che peraltro si è vaccinata e quindi non può essere arruolata d'ufficio tra i no vax, non abbia voluto lanciare un segnale, ma lasciare uno spiraglio di comprensione verso chi si oppone alle campagne vaccinali.
Non è cosa che debba sorprendere perché i ''numeri'' del dissenso anti vax sono grandi e quindi cercare di accaparrarsene l'attenzione potrebbe essere messo a reddito (elettorale) in futuro. Quindi, sempre che ci sia un coté politico, la presa di posizione di Giorgia Meloni, ''mujer, cristiana y madre'', ci sta.
La cosa che ci ha fatto sorridere è che, a stretto giro di posta, dopo l'intervista di Giorgia Meloni, anche Matteo Salvini s'é sentito in obbligo di rivelare che anche lui non intende vaccinare la figlia perché ''sono scelte che riguardano mamme, papà e pediatri. Non sono oggetto di un dibattito politico''.
Il ragionamento che la salute dei bambini (quindi dei propri figli), davanti a un dramma planetario come la pandemia di coronavirus, sia o non sia oggetto di un problema politico, è difficile da comprendere sembrando una forzatura. Perché é abbastanza chiaro che chi propone la vaccinazione dei bambini non può avere altro obiettivo che quello di salvare la salute di quanti più soggetti possibile. Negare che possa essere oggetto di un dibattito politico è un artificio retorico per dire che c'è gente che di questo argomento - cioè la vaccinazione di soggetti ad alto rischio - faccia bieca strumentalizzazione.
Possiamo anche essere tacciati di eccessivo ottimismo, ma non riusciamo a pensare che esista una centrale politica occulta (ovviamente a sinistra....) che spinga verso la vaccinazione dei bambini, anche perché non ne intravediamo vantaggi che non siano sanitari (poi ci sono quelli economici dei produttori dei vaccini, ma qui il campo è diverso).
Tornando però all'assunto iniziale, appare abbastanza singolare che Salvini insegua Meloni su temi sensibili, se non interpretando le scelte del capo della Lega come dettate dalla necessità di non restare indietro rispetto alle mosse della sua avversaria - che gli sta erodendo consensi - per il ruolo di capofila del centrodestra. Forse indurrebbe meno alla risata se Salvini si confrontasse con Giorgia Meloni su temi importanti (non che i vaccini non lo siano) quali l'economia. Che, tanto per restare alle cose care al ''Capitano'', non può limitarsi a reclamare misure tampone sulle bollette. Magari dibattere, anche a spade sguainate, su come si intende rilanciare il sistema Paese, non solo abbaiando alla luna, ma portando argomenti e soluzioni.
Ma se la lotta per la leadership del centrodestra si gioca parlando dei figli, il cammino per Matteo Salvini e Giorgia Meloni per guidare la coalizione e, quindi, ambire a palazzo Chigi rischia d'essere molto più complicata di quello che appare.