La California mette all'angolo Uber: "Assuma i suoi conducenti"

- di: Brian Green
 
Ennesimo serio impiccio per Uber (ma anche per la sua più agguerrita concorrente, negli Stati Uniti, Lyft) alla quale una corte della California - dove entrambe le società hanno sede, a San Francisco - ha intimato di regolarizzare in tempi brevissimi i suoi conducenti, inquadrandoli nei propri organici con la qualifica di impiegati.
La ''raccomandazione'' è arrivata dopo che lunedì una corte della California ha dato, a Uber e Lyft, il termine di dieci giorni per regolarizzare la posizione dei loro conducenti nel rispetto di una legge, entrata in vigore nello Stato il primo gennaio scorso. Le argomentazioni che le due società hanno addotto a loro difesa (ovvero per mantenere i conducenti con l'attuale regime) sono state bollate dal Procuratore generale come insufficienti.
Anzi, ha detto il più alto magistrato inquirente dello Stato, Xavier Becerra, ''le false argomentazioni di Uber e Lyft non reggono''.

Ad esempio, il collegio di difesa di Lyft ha insistito sul punto che la società ha soltanto aderito alla richiesta dei suoi conducenti che, hanno detto gli avvocati, ''non vogliono essere dipendenti, punto''.
Xavier Becerra accusa le due società di imporre condizioni precarie ai loro conducenti, privandoli di diritti sociali come il salario minimo o l'assicurazione sanitaria e quindi ha accolto con manifesta soddisfazione la decisione della corte, secondo cui le argomentazioni di Uber e Lyft sono capziose.

''Quale lavoratore - ha chiesto un indignato Becerra nel corso di una intervista televisiva a Cnbc - non vuole il congedo per malattia? Quale lavoratore non vuole l'assicurazione contro la disoccupazione nel bel mezzo della crisi Covid-19 ? Quale lavoratore non vuole essere pagato per lo straordinario se lavora 60 ore alla settimana o 12 ore al giorno?''.
Davanti al pronunciamento di una corte, Uber e Lyft stanno affinando le prossime strategia di difesa, tra le quali un referendum per ribaltare il testo della legge della California, con un'altra che offra migliori condizioni di lavori e migliori opportunità e vantaggi per i lavoratori a contratto.

Per capire l'importanza del procedimento, è il caso di ricordare che il fatturato di Uber nel 2019 è stato di 14,15 miliardi di dollari; quello di Lyft, sempre nello scorso anno, è stato di 3,616 miliardi di dollari.
Secondo Uber e Lyft, infatti, i sondaggi compiuti tra i rispettivi conducenti hanno dato lo stesso risultato: tutti vogliono mantenere l'attuale status di ''indipendenti'' per godere di una maggiore flessibilità professionale.
Significativa, in proposito, la lettura di un passaggio della sentenza della corte, redatto dal giudice Ethan Schulman: ''Se accettiamo questo ragionamento, la maggior parte delle industrie che si affidano alla tecnologia per guadagnare rapidamente quote di mercato potrebbero, impunemente, privare legioni di lavoratori delle protezioni di base che meritano''.

Stando al sondaggio interno fatto tra i propri conducenti, secondo Lyft il rapporto tra chi preferisce un rapporto di lavoro subordinato e chi lo rifiuta è di 1 a 4.
Lyft ha calcolato che l'86% dei suoi conducenti in California guida per la società meno di 20 ore a settimana e, trattandosi spesso di studenti o pensionati, quasi tutti preferiscono mantenere il controllo del proprio programma di lavoro.
Uber, da parte sua, in un documento di 18 pagine, ha esposto le sue ragioni. Una riguarda il convincimento che la riqualificazione richiesta dalla legge finirebbe per danneggiare sia i conducenti che i clienti, perché l'applicazione si tradurrebbe in un minore numero di posti a disposizione e, quindi, ad un aumento del costo delle corse.
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