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Bova contro i ladri di audio

- di: Giulia Caiola
 
Bova contro i ladri di audio

Raoul Bova, volto amato del cinema e della televisione italiana, questa volta non è sul set di un film ma dentro una storia che sembra scritta da un autore un po’ troppo creativo. Solo che non si ride: si tratta di un’indagine per tentata estorsione che coinvolge i suoi audio privati, rubati e diffusi senza consenso.

Bova contro i ladri di audio

L’attore è stato ascoltato per circa un’ora in Procura a Roma come parte offesa. Niente copione, niente ciak: solo la realtà di messaggi arrivati da un numero sconosciuto, con toni minacciosi. Un avvertimento in stile “o la va o la spacca”: gli audio potevano essere pubblicati per rovinarlo.

Gli audio della discordia
I file riguardano una conversazione privata tra Bova e la modella Martina Ceretti. E come spesso accade, quello che dovrebbe restare confinato a una chat, invece fa il giro dei social. A rilanciarli è stato Fabrizio Corona, che non ha certo bisogno di presentazioni quando si parla di clamore mediatico.

L’atto di denuncia
«Il mio assistito – ha spiegato il legale – ha ribadito le ragioni della sua denuncia, evidenziando la pressione ricattatoria dei messaggi ricevuti nelle scorse settimane». Insomma, non siamo davanti a una semplice bravata digitale, ma a un vero e proprio tentativo di ricatto.

Un copione senza lieto fine
Bova, solitamente protagonista di commedie romantiche, questa volta si trova immerso in un noir giudiziario. Solo che non c’è la musica in sottofondo, né la possibilità di riscrivere la scena. La violazione dell’intimità è un colpo basso che, se non fermato, rischia di diventare normalità.

E allora la domanda resta: chi sono davvero i ladri di audio? E soprattutto, possibile che nel 2025 la privacy valga meno di un like?

Per ora, la vicenda è nelle mani della Procura. E Bova, tra un’aula e un verbale, dimostra che certe battaglie non si combattono solo sullo schermo, ma soprattutto nella vita reale.

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