Borse: i timori per l'inflazione in Usa deprime i mercati asiatici

- di: Redazione
 
Il mercato azionario asiatico è tornato nuovamente in territorio negativo (in calo le borse di Shanghai, Tokyo, Hong Kong e Seul), con gli investitori che attendono - con parecchie preoccupazioni - i dati sull'inflazione degli Stati Uniti, tra il disagio per l'aumento dei tassi di interesse, gli sforzi cinesi per contenere i focolai di coronavirus e la guerra della Russia all'Ucraina.

Borse: i mercati in Asia calano per l'inflazione negli Stati Uniti

L'indice S&P 500 lunedì è scivolato dell'1,7% mentre gli investitori attendevano un nuovo round di risultati aziendali per vedere come i profitti sono influenzati dall'inflazione, che è ai massimi degli ultimi quattro decenni.
I mercati aspettano con timore le decisioni della Federal Reserve e di altre banche centrali per cercare di raffreddare l'inflazione.

Lo Shanghai Composite Index è sceso dello 0,7% a 3.146,11 e il Nikkei 225 di Tokyo ha perso l'1,4% a 26.451,13. L'Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,8% a 21.037,19. Il Kospi di Seul ha ceduto l'1% a 2.665,46 e l'S&P-ASX 200 di Sydney ha ceduto lo 0,5% a 7.447,90. Mentre quello della Nuova Zelanda e di altri mercati del sud-est asiatico sono stati anch'essi depressi, solo la borsa di Giacarta è cresciuta.
Oggi il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti dovrebbe rendere noti i dati dell'andamento dei prezzi al consumo nel mese di marzo. Gli investitori, quindi, temono che l'inflazione potrebbe essere abbastanza forte da incoraggiare i consumatori a tagliare la spesa, il che significherebbe probabilmente un rallentamento della crescita economica più marcato del previsto.

Lunedì, l'S&P 500 è sceso a 4.412,53, con tutti i settori dell'indice in discesa. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dell'1,2% a 34.308,08. Il Nasdaq è scivolato del 2,2% a 13.411,96.
I prezzi del petrolio sono scesi in base alle aspettative di una domanda cinese più debole dopo che la maggior parte delle attività commerciali a Shanghai è stata chiusa e sono stati imposti controlli su altri centri industriali per contenere i focolai di coronavirus.

Il greggio statunitense di riferimento ha guadagnato 1,92 dollari a 96,21 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il contratto è sceso di 3,97 dollari a 94,29 dollari. Il greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale di petrolio, ha aggiunto 1,83 dollari a 100,31 dollari al barile a Londra.
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