Mps crolla, Mediobanca vola: tensioni su risiko banche scuotono Milano

- di: Matteo Borrelli
 
Le piazze finanziarie europee hanno archiviato una giornata di scambi all'insegna della cautela, con segnali contrastanti tra i principali listini e un andamento influenzato sia da dinamiche macroeconomiche globali sia da eventi specifici del mercato.

Milano tra rialzi e ribassi: il focus è sul settore bancario
A Piazza Affari l’indice FTSE MIB ha chiuso pressoché invariato, attestandosi a 36.172 punti (+0,03%), con investitori concentrati sulle vicende del settore bancario. Monte dei Paschi di Siena (MPS) è crollata del 7,17%, riflettendo l’incertezza legata all’operazione di fusione con Mediobanca, che invece ha segnato un balzo del +6,02%. A trainare il listino, oltre a Mediobanca, si sono distinti Campari (+4,13%), Iveco (+4,00%) e Moncler (+3,16%).
Le medie capitalizzazioni hanno visto Ferragamo brillare (+4,66%), mentre sul fronte opposto D’Amico ha registrato una flessione marcata del 3,71%.

Andamento delle principali Borse europee

In Europa, Parigi è stata la migliore tra le principali piazze, con il CAC 40 in rialzo dello 0,31%. Francoforte, rappresentata dal DAX, ha chiuso praticamente invariata (+0,03%), mentre Londra ha subito un ribasso dello 0,67%, penalizzata dal calo delle materie prime. Madrid ha invece registrato una lieve perdita dello 0,31%.
L’indice Stoxx 600, che raccoglie i principali titoli del Vecchio Continente, è stato sostenuto dal comparto del lusso, grazie alla performance di aziende come Moncler e LVMH, ma ha risentito della debolezza di alcuni settori energetici e tecnologici.

Lo spread e i titoli di Stato italiani
Il differenziale tra i titoli di Stato italiani a 10 anni e i Bund tedeschi è salito a 116 punti base (+2), con il rendimento del BTP decennale che si è attestato al 3,68%. Questo incremento riflette una certa tensione tra gli investitori, sebbene i mercati obbligazionari europei siano rimasti complessivamente stabili.

Materie prime: oro e petrolio in rialzo, gas in calo

Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio ha mostrato un recupero. Il WTI è salito a 74,6 dollari al barile (+0,8%), mentre il Brent si è portato vicino ai 79 dollari al barile. Questo rialzo è legato a prospettive di domanda più robuste dopo la diffusione di dati positivi dagli Stati Uniti.
L’oro, tradizionale bene rifugio, ha continuato il suo rally, chiudendo a 2.778,5 dollari l’oncia (+0,85%), sostenuto da un dollaro più debole e dall’incertezza sui mercati azionari globali.
Al contrario, il prezzo del gas naturale europeo è sceso sotto la soglia dei 49 euro per megawattora, in calo dello 0,39%.

Cambi: euro in rafforzamento sul dollaro
Il mercato valutario ha visto l’euro guadagnare terreno nei confronti del dollaro, con il cambio che si è attestato a 1,0487 (+0,70%). Questo apprezzamento riflette una maggiore fiducia nella ripresa economica europea, accompagnata dalle aspettative di un possibile rallentamento nella politica di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve americana.

Wall Street cauta in attesa di dati macroeconomici
Oltreoceano, Wall Street ha aperto in lieve rialzo, con l'S&P 500 che segna un timido +0,1%. Gli investitori sono in attesa di dati chiave, tra cui gli indici PMI, le vendite di abitazioni e gli aggiornamenti sulla fiducia dei consumatori del Michigan. Questi dati potrebbero fornire indicazioni cruciali sulle prossime mosse della Fed e sull’andamento dell’economia statunitense.

Prospettive e commenti
Gli analisti sono divisi sulle prospettive dei mercati europei. Carlo Alberto De Casa, chief analyst di Kinesis Money, ha dichiarato: “Il rialzo dell’oro e la volatilità sui mercati obbligazionari indicano che gli investitori rimangono prudenti, nonostante i segnali positivi sul fronte economico”.
Nel frattempo Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato ieri in un discorso a Davos l’importanza di mantenere alta l’attenzione sull’inflazione: “Non possiamo dichiarare vittoria troppo presto, i rischi restano significativi”.
Con il focus degli operatori che si sposta ora su decisioni di politica monetaria e risultati trimestrali, le prossime settimane si prospettano cruciali per definire l’andamento dei mercati globali.

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