Sul bonus ipo il governo fa muro, ma si profila una proroga

- di: Redazione
 
Uno strumento che ha dato un sostegno sostanziale alla Borsa. Eppure, nonostante il giudizio positivo su di esso e sugli effetti che ha saputo dispiegare, il bonus ipo potrebbe non entrare nel ddl Bilancio. Una cosa che le società quotate dell'Euronext Growth Milan considerano fortemente punitiva per un settore dell'economia nazionale che invece, grazie alla sua vivacità, sta contribuendo a fare marciare la macchina produttiva del Paese.

Sul bonus ipo il governo fa muro, ma si profila una proroga

Ora la speranza è che, così come accaduto lo scorso anno, su questa misura si possa arrivare ad una proroga del credito d'imposta per le spese in consulenza sostenute che sosterrebbe l'attività delle piccole e medie imprese ammesse a quotazione potrebbe. Ma, al momento, se spiragli sembrano poterci essere, non danno ancora certezze. Un atteggiamento, quello emerso dall'incontro che gli operatori hanno avuto con il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, che viene visto dalle pmi come contraddittorio rispetto alla linea espressa dall'esecutivo contro quelli che sono stati definiti bonus improduttivi, come non può essere certamente considerato il bonus ipo.

La speranza è che, grazie ad un emendamento presentato in fase di discussione in Parlamento, possa essere decisa una proroga. Ora tutto è nelle mani degli sherpa del Ministero dell'Economia, per i quali non sarà certo facile trovare una soluzione. Tra le ipotesi che erano state formulate c'è stata anche quella di portare il tetto massimo del credito di imposta a 250 mila euro, magari ampliandone l'applicazione temporale a uno-due anni. L'efficacia del bonus è certificata da pochi, ma significativi dati: dal 2018 al 2020 il credito d'imposta ha avuto un costo di circa 28 milioni di euro, sostenendo 70 piccole e medie imprese nel percorso verso il listino. La misura, in concreto, prevedeva che che le piccole e medie imprese che agiscono in Italia e che si quotano potessero fruire di un credito d'imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute, fino a un massimo di 500mila euro. Tetto che, nell'ultima manovra, era stato portato a 200 mila euro.
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