Emma Bonino (foto), storica figura del federalismo europeo e già europarlamentare accanto ad Altiero Spinelli nel 1979, ha lanciato un duro attacco contro il governo Meloni e le forze sovraniste, definendo il Manifesto di Ventotene una “minaccia” per i nazionalismi e i totalitarismi moderni. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Bonino ha sottolineato come l’attacco della premier Giorgia Meloni al progetto europeo di Ventotene dimostri la paura dei sovranisti verso un’Europa unita e federale.
“Mi pare che l’attacco mosso da Meloni dimostri come il Manifesto di Ventotene rappresenti ancora una minaccia per i totalitarismi e i nazionalismi di ogni tipo. È temuto dai sovranisti”, ha dichiarato Bonino. “Ecco perché Meloni e la destra di governo l’hanno messo nel mirino: hanno paura dell’Europa di Ventotene, perché se realizzata sarebbe la fine della loro retorica antieuropea”.
L’Europa dei piccoli Stati contro il sogno di Spinelli
Bonino ha criticato l’idea di Europa promossa da Meloni, definendola “l’Europa dei piccoli Stati Nazione, dove ognuno fa per sé, possibilmente mettendo due dita negli occhi all’altro”. Secondo l’ex ministra, questa visione è un ritorno al passato, un’Europa che “ci ha portato alla seconda guerra mondiale” e che oggi si dimostra “immobile, impassibile e invisibile ai giganti Usa e Russia”.
La spartizione dell’Ucraina tra Stati Uniti e Russia, senza che l’Unione Europea abbia voce in capitolo, è stata citata da Bonino come esempio emblematico di questa debolezza. “La spartizione che Trump e Putin stanno facendo dell’Ucraina, senza che l’Ue abbia voce in capitolo, rientra esattamente in questa idea di Europa che hanno i nazionalisti”, ha affermato.
La necessità di riforme: abolire il diritto di veto
Bonino ha poi sottolineato l’urgenza di riforme strutturali per rafforzare l’Unione Europea, a partire dall’abolizione del diritto di veto. “Si cominci con l’abolizione del diritto di veto. In questo momento, partire dalla difesa e dalla politica estera comune, con uno strumento simile a quanto realizzato con l’euro, potrebbe essere dirimente”, ha spiegato.
La leader radicale ha paragonato la situazione attuale a quella dell’Ungheria di Viktor Orban, che “si lamenta dell’Europa che non funziona ma blocca ogni riforma”. Per Bonino, il vero obiettivo dovrebbe essere la creazione degli “Stati Uniti d’Europa”, un sogno condiviso da figure come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Marco Pannella.
Il Manifesto di Ventotene: un’eredità ancora viva
Scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni durante il confino sull’isola di Ventotene, il Manifesto è considerato uno dei testi fondativi del federalismo europeo. Il documento proponeva la creazione di un’Europa unita e democratica, in contrapposizione ai nazionalismi che avevano portato alla guerra.
Oggi, a distanza di oltre 80 anni, il Manifesto continua a essere un punto di riferimento per chi crede in un’Europa federale e solidale. Bonino ha ricordato come il progetto di Ventotene sia “il contrario dell’Europa delle piccole patrie”, un’idea che rischia di relegare l’Ue a un ruolo marginale nello scenario globale.
Le reazioni politiche
Le dichiarazioni di Bonino hanno suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, esponenti del Partito Democratico e di +Europa hanno espresso sostegno alle sue parole, definendole “un monito necessario per il futuro dell’Europa”. Dall’altra, i rappresentanti di Fratelli d’Italia hanno respinto le critiche, ribadendo la loro visione di un’Europa basata sulla cooperazione tra Stati sovrani.
Il dibattito sul futuro dell’Unione Europea rimane quindi più acceso che mai, con il Manifesto di Ventotene al centro di una battaglia ideologica tra chi sogna un’Europa federale e chi difende la sovranità nazionale.