Bnl è stata condannata per condotta antisindacale, essendo stata ritenuta colpevole, dal giudice del lavoro, del fatto di avere rifiutato quello che ciascun sindacato chiede alla controparte, un confronto.
Il muro alzato dalla banca davanti alla richiesta delle organizzazioni sindacali è stato ritenuto dal giudice del lavoro un comportamento inaccettabile, meritevole di una imposizione (convocare le organizzazioni entro trenta giorni dalla comunicazione del provvedimento) e al pagamento delle spese di giudizio.
Nuova condanna per la Bnl, questa volta per condotta antisindacale
Ma cosa di tanto riprovevole avevano chiesto le organizzazioni sindacali da meritarsi un ''no'' secco da Bnl?
Avevano chiesto, ai sensi del Ccnl , un incontro, a cadenza semestrale, per discutere con la banca guidata dall'Amministratore Delegato Elena Goitini (nella foto) di ''problemi relativi ai carichi e ai ritmi di lavoro, agli organici, alle condizioni igienico-ambientali dove il lavoro si svolge e alla tutela fisica delle lavoratrici/lavoratori per l’adozione dei provvedimenti ritenuti idonei in relazione a quanto prospettato''.
Una richiesta abbastanza normale, perché rientra nelle prerogative del sindacato potere chiedere di confrontarsi sulle tematiche che riguardano il lavoro di ogni giorno.
Insomma, i sindacati volevano discutere di problemi pratici, non di tematiche esistenziali...Cose che rientrano nella normale dinamica del confronto non tra la Bnl e i sindacati interni o di settore, ma in generale i rapporti tra chi sta ai due lati del tavolo di confronto.
Che la decisione del giudice fosse abbastanza scontata lo si potrebbe evincere dalla lettura dell'art. 14 del contratto collettivo che prevede che gli incontri ''devono tenersi – unitariamente con tutte le organizzazioni sindacali stipulanti il presente contratto su richiesta anche di una sola di esse – entro il termine di 15 giorni dalla data della richiesta stessa. All’inizio di ogni incontro semestrale le organizzazioni sindacali devono indicare tutti gli argomenti che formeranno oggetto dell’incontro medesimo''. Cosa che per la Bnl, evidentemente, meritava diversa interpretazione.
Le reazioni alla sentenza sono state, da parte sindacale, improntate a soddisfazione, anche se il coordinatore della Fabi in Bnl, Fabio Armeni, ha voluto sottolineare quasi con perfidia che, con Bnl, ogni richiesta sembra essere destinata a essere demandata alla decisione di un giudice, visto l'atteggiamento dell'istituto.
''Non si può - ha detto Armeni - continuare a demandare a un giudice terzo le controversie tra azienda e sindacati. Ogni sentenza negativa per la Bnl è un danno di immagine. Una sana politica di relazioni industriali deve saper prevenire ed è per questo che noi Fabi di Bnl da tempo chiediamo una maggiore condivisione, un maggior coinvolgimento sui programmi e sulle strategie dell’azienda''.
Nemmeno la First Cisl ha avuto parole tenere, dicendo che ''questa ennesima pronuncia, questa ennesima sconfitta della banca dinanzi a un giudice, oltre a umiliare i vertici aziendali, certificando come illecite siano molte delle scelte assunte in banca, conferma la totale assenza di visione da parte di chi non riesce a trovare soluzioni politiche collaborando con i rappresentanti dei lavoratori. Consideriamo questa ulteriore pronuncia una vittoria, ma resta un momento triste: non si può gioire quando il datore di lavoro, violando apertamente disposizioni sensibilissime come quelle riguardanti le libertà sindacali, decide di agire in piena illegalità''.