La BCE acquista il 95% deficit pubblico italiano del 2021

- di: Giuseppe Castellini
 
Entro la fine del 2021 la BCE dovrebbe acquistare titoli del debito italiano per 159 miliardi di euro, soprattutto tramite il Pandemic emergency purchase program (Pepp), coprendo quasi interamente il deficit pubblico italiano di quest’anno. Inoltre, la BCE continua a rinnovare i titoli di debito pubblico già detenuti che giungono in scadenza. A fine 2021, insieme alle altre istituzioni europee, la BCE deterrà quasi il 28% del debito pubblico dell’Italia. Conseguentemente, lo Stato italiano sta addirittura riducendo il proprio debito (in termini assoluti) verso i mercati finanziari, il che contribuisce a spiegare i bassi tassi di interesse sui nostri titoli di Stato.

BCE: acquistato il 95% del deficit pubblico italiano del 2021

Da notare che l’apporto complessivo del programma nel 2020-21 è superiore a quanto spetterebbe all’Italia secondo il criterio del capital key legato alla partecipazione del nostro paese al capitale della BCE.
Il punto della situazione lo fa l’Osservatorio Conti pubblici italiani, diretto da Carlo Cottarelli, in un report a firma di Luca Favero e Salvatore Liaci.
Dopo aver chiarito che la Banca centrale europea sta acquistando titoli del debito pubblico dei paesi dell’area euro tramite due programmi (l’Asset Purchase Program e il già citato Pepp), l’Osservatorio Cpi rileva che "nei primi nove mesi del 2021 la BCE ha acquistato titoli del debito italiano per 122 miliardi. Nell’ultimo trimestre si stima che ne acquisterà, soprattutto attraverso la Banca d’Italia, circa 37 miliardi per un totale di 159 miliardi nel 2021. La BCE coprirebbe così il 95% del deficit del 2021, che la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza stima in 167 miliardi. Nel 2020 erano stati acquistati titoli per 175 miliardi di euro, coprendo più che interamente il deficit di quell’anno (159 miliardi)".

Oltre ai nuovi acquisti, continua il Report dell’Osservatorio, "la BCE continua a rinnovare i titoli già detenuti che giungono in scadenza: circa 73 miliardi per il 2021. Complessivamente, la BCE dovrebbe quindi coprire il 46% del fabbisogno lordo di finanziamento (ossia del totale dei titoli emessi per finanziare il deficit e rifinanziare i titoli in scadenza), stimato in circa 500 miliardi".
A fine anno, la BCE e le altre istituzioni europee dovrebbero detenere debito pubblico per il 43% del PIL, quasi il doppio che nel 2019 Si tratta del 27,7% del debito italiano. Di conseguenza, si riduce l’ammontare del debito detenuto dai mercati finanziari, che in termini assoluti passa da 2.010 miliardi nel 2019 a 1.975 nel 2021. Ciò ha contribuito alla riduzione dei tassi di rendimento richiesti dagli investitori: il rendimento medio sui Btp decennali è sceso dall’1,97% del 2019 allo 0,73% del 2021.

Non solo, ma nel 2021 sono anche aumentati i finanziamenti dell’Unione europea allo Stato italiano: i prestiti sono ammontati a 25 miliardi provenienti dalla Recovery and Resilience Facility e dal Sure; nel 2020 invece questi ammontavano a 17 miliardi di euro (solo dal Sure). Sono anche arrivati 23 miliardi di euro di contributi a fondo perduto per finanziare spese non incluse nel deficit.
Quanto alle prospettive per il 2022, dal Report emerge che, "visto l’importo del Pepp annunciato in passato (1.850 miliardi) resterebbero circa 220-250 miliardi di euro di acquisti per il 2022 per l’intera area euro (di cui 33-38 miliardi per l’Italia), in gran parte dedicati ai titoli di Stato. A questi si dovrebbero aggiungere poi 157 miliardi dal Pspp (di cui 26 all’Italia)". Attualmente è previsto che i nuovi acquisti del Pepp proseguano almeno fino a marzo 2022. Tuttavia, la scadenza potrebbe essere prolungata riducendo gradualmente il ritmo degli acquisti. In ogni caso, le decisioni sui programmi dipenderanno dall’andamento dell’inflazione rispetto all’obiettivo della BCE.
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