Il futuro dell’energia pulita e della mobilità elettrica si costruisce oggi, e al centro di questa trasformazione si trova il riciclo delle batterie. Mentre molti vedono il fine vita delle batterie per veicoli elettrici come un problema, in realtà rappresenta una risorsa strategica in grado di creare un’economia circolare virtuosa, ridurre la dipendenza da materie prime critiche e sostenere l’indipendenza energetica dell’Europa.
Batterie: un'opportunità per l'Europa
Prima di essere riciclate, le batterie dei veicoli elettrici possono avere una seconda vita. Dopo 8-10 anni di utilizzo su un’auto, la loro capacità scende all’80% circa, ma rimangono perfettamente adatte per l’uso in applicazioni stazionarie. Questa “seconda vita” può durare per altri 10 anni, estendendo notevolmente il ciclo di vita utile della batteria e massimizzando il suo valore.
Un esempio concreto è l’impiego come sistemi di accumulo di energia per la rete elettrica, prodotta da fonti rinnovabili; le batterie dismesse dai veicoli contribuiscono alla stabilità della rete e favoriscono una maggiore integrazione delle energie pulite. Alcuni esempi sono all’aeroporto di Fiumicino e all’Amsterdam Arena dove le batterie dismesse di vetture elettriche sostengono il sistema di stoccaggio energetico, immagazzinando l’energia prodotta dal fotovoltaico. Diverse aziende, come la startup tedesca Volftang, riconvertono batterie dismesse in sistemi di accumulo modulari, grandi come frigoriferi, da utilizzare per immagazzinare l’energia solare o eolica in abitazioni o aziende; la “second life” può quindi supportare non solo grandi infrastrutture, ma anche la transizione energetica a livello locale e individuale.
Dopo circa altri 10 anni di vita come sistemi stazionari le batterie vengono avviate al riciclo; la tecnologia ha fatto passi da gigante, rendendo possibile recuperare fino al 96% delle materie prime contenute nelle batterie esauste, non solo riduce l’impatto ambientale legato all’estrazione mineraria, ma anche trasformando un rifiuto in una preziosa risorsa.
Un esempio tangibile è l’impianto di Re.Lion.Bat Circular a Meppen, in Germania. Inaugurato di recente, è già considerato il più grande impianto di riciclo di batterie per auto elettriche in Europa. Con una capacità produttiva di 60.000 batterie all’anno e fino a 4 tonnellate di materiale ogni ora, questo impianto è una dimostrazione della direzione che l’Europa sta intraprendendo.
Il processo di riciclo è tanto efficace quanto affascinante: le batterie vengono scaricate, frantumate, setacciate e scomposte con sistemi all’avanguardia per estrarre materiali preziosi come rame, plastica e, soprattutto la materia prima nera (black mass), una polvere che contiene gli elementi essenziali per la produzione di nuove batterie: litio, nichel e cobalto.
Gli impianti di riciclo cominciano ad essere diffusi in vari Paesi, specie in Germania (VW a Salzgittter e Mercedes a Kuppenheim) in Svizzera (Librec) e Svezia (Stena)
Attualmente il volume di batterie a fine vita non è ancora sufficiente per alimentare tutti gli impianti e la maggior parte dei materiali destinati al riciclo proviene dagli scarti di produzione delle nuove gigafactory, piuttosto che dalle batterie a fine vita. La situazione è destinata a cambiare in futuro: le batterie a fine vita diventeranno la principale fonte di materiale per il riciclaggio dopo il 2035 con un enorme potenziale di crescita per il settore.
Nel contesto della transizione verso l’elettrico, il riciclo delle batterie emerge come un fattore cruciale non solo per la sostenibilità ambientale, ma anche per la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime. Di conseguenza, la dipendenza dalle nuove estrazioni minerarie di materie prime vergini è destinata a ridursi progressivamente man mano che il riciclo acquista importanza. Secondo uno studio di T&E, entro il 2030, il riciclo delle batterie a fine vita e degli scarti di produzione potrebbe coprire una parte notevole del fabbisogno europeo (14% del litio, 16% del nichel, al 17% del manganese, 25% del cobalto).
Queste percentuali sono destinate a crescere sensibilmente. L’obiettivo a lungo termine è di raggiungere una quasi completa autosufficienza per alcuni materiali critici come il cobalto. Il recupero dei materiali ridurrà la necessità di aprire nuove miniere, con un impatto positivo sull’ambiente e sulla biodiversità. Si stima che, su scala globale, il riciclo potrebbe evitare la realizzazione di 12 nuove miniere entro il 2040.
In un futuro lontano, quando il volume di batterie a fine vita eguaglierà quello delle batterie nuove prodotte, il fabbisogno di materie prime vergini potrebbe ridursi a un livello quasi nullo (closed-loop recycling)
La corsa all’indipendenza energetica dell’Europa è una sfida complessa e il riciclo delle batterie è una delle sue componenti chiave. L’inaugurazione dell’impianto in Germania, frutto di un investimento di 30 milioni di euro, segna un punto di svolta. L’obiettivo è chiaro: creare un’economia circolare europea per preservare le materie prime disponibili all’interno del continente.
Il riciclo delle batterie non è solo una soluzione a un problema ambientale, ma una risorsa strategica che garantisce all’Europa di non essere spettatrice, ma protagonista della transizione energetica globale. Ogni batteria riciclata rappresenta un passo in avanti verso un futuro più verde, più indipendente e più competitivo.