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La signora del dolore sfrattata

- di: Giulia Caiola
 
La signora del dolore sfrattata
Barbara d’Urso, un tempo incontrastata regina dei pomeriggi italiani, è tornata a parlare. E lo ha fatto come solo lei sa fare: con toni drammatici, sguardi da soap e una frase da scolpire sui muri di Cologno Monzese – “Non sono scomparsa per mia scelta.” Una confessione che suona più come un’accusa in controluce, un j’accuse con lo smalto rosso fuoco.

E infatti, dietro il sipario del silenzio mediatico, c’era un lento ma inesorabile allontanamento. Gli eredi Berlusconi, si mormora nei corridoi di Mediaset, non avrebbero mai amato il suo “dolore in diretta”, quel pianto telegenico con cui impacchettava cronaca nera, scomparse, stragi e amori strappalacrime. Una TV del dolore che faceva audience, sì, ma anche parecchi brividi.

La scena madre? Il funerale di Silvio Berlusconi. Lei c’era. Vestita di nero, sguardo basso, occhi lucidi. Un’apparizione che sembrava una puntata speciale della sua trasmissione, con lei stessa come protagonista. Qualcuno ha parlato di teatrino, altri di gesto sincero. Ma ai piani alti di Mediaset, pare non abbiano gradito. Troppo, troppo anche per Barbara.

Da lì, il silenzio. Nessuna nuova trasmissione, nessun pomeriggio condiviso con l’Italia del caffè e del ferro da stiro. Solo stories enigmatiche, viaggi a Londra e apparizioni centellinate. Adesso dice che potrebbe tornare. Ma dove? E con chi? I palinsesti, ormai, si riempiono di format asciutti, digitali, post-barbarici.

Resta lei, la signora della TV del dolore, che forse ha fatto il suo tempo. Ma attenzione: come ogni grande diva del melodramma, è sempre pronta per un ultimo colpo di scena. Magari a teatro. Magari su una piattaforma streaming. Magari in una fiction dove interpreta sé stessa.

Perché una cosa è certa: Barbara d’Urso non va mai davvero via. Cambia solo orario.
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