• Intesa Nov 24 8501

Montepaschi al centro del terzo polo bancario: governo regista tra Mediobanca, Banco BPM e le resistenze

- di: Bruno Coletta
 
Montepaschi al centro del terzo polo bancario: governo regista tra Mediobanca, Banco BPM e le resistenze

Il futuro del sistema bancario italiano potrebbe essere riscritto attorno a un nome: Montepaschi.

(Foto: il presidente del Gruppo Montepaschi, Nicola Maione)

 Il gruppo senese, salvato dal governo qualche anno fa con un maxi-intervento da miliardi, è oggi al centro di un ambizioso progetto che mira a creare un terzo polo bancario, capace di competere con i colossi Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma la strada è tutt’altro che semplice, con resistenze, calcoli economici e pressioni politiche che rendono il quadro estremamente dinamico e carico di incognite. 

 Il ruolo centrale di Montepaschi: Il governo punta sul rilancio

Montepaschi (Mps) non è solo una banca da salvare, ma un pezzo fondamentale del disegno strategico del governo per ridisegnare il panorama finanziario italiano. Dopo il salvataggio, con il quale lo Stato è diventato l’azionista di riferimento dell’istituto senese, oggi - grazie a una regia da tempo studiata - punta a trasformarlo nel perno di un nuovo polo bancario. L’obiettivo è creare una realtà solida, in grado di competere con i due giganti del settore, Intesa Sanpaolo e Unicredit, e di attrarre investimenti sia a livello nazionale che internazionale. 

La strategia prevede una fusione tra Mps e Mediobanca, con l’eventuale inclusione di Banco BPM, recentemente rafforzato dall’acquisizione di Anima. Banco BPM, nonostante sia nel mirino di Unicredit, potrebbe resistere all’acquisizione anche grazie alla cosiddetta “moral suasion” del governo, che spinge per mantenere la banca indipendente e integrarla nel nuovo polo.

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Mediobanca e le critiche di Nagel: La convenienza prima di tutto 
Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, non ha fatto mistero del suo scetticismo riguardo all’Ops lanciata da Mps. Durante la Morgan Stanley European Financials Conference 2025, Nagel ha sottolineato che i soci di Mediobanca decideranno se aderire all’offerta basandosi esclusivamente sulla convenienza economica, e non in base ai desiderata della politica. “La maggior parte del nostro capitale è in mano a investitori istituzionali e privati – ha dichiarato – che prenderanno le loro decisioni in base ai numeri, non alla politica”.
Nagel ha anche criticato l’operazione, evidenziando i rischi di una diluizione a doppia cifra degli utili per azione e la mancanza di sinergie sufficienti a compensare i costi dell’integrazione. Inoltre, ha lasciato intendere che Mediobanca potrebbe utilizzare il proprio eccesso di capitale o la quota del 13,1% in Generali per finanziare altre operazioni di fusione e acquisizione, sia nel wealth management che nel commercial banking.
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Mps alza la posta: Più azioni per l’Ops su Mediobanca
Nel frattempo, Mps ha deciso di aumentare il numero di azioni da emettere nell’ambito dell’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Mediobanca, portandolo a un massimo di 2,23 miliardi di titoli. Questa mossa, definita “di estrema prudenza”, è volta a garantire la capienza necessaria in vari scenari teorici di aggiustamento del corrispettivo previsto per l’Ops.
L’operazione, se approvata, potrebbe portare alla creazione di un nuovo campione bancario italiano, terzo per dimensioni nel panorama nazionale. Mps ha confermato l’obiettivo di realizzare sinergie annue per 0,7 miliardi di euro, con costi di integrazione una tantum stimati in 0,6 miliardi. Tuttavia, il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità di convincere i soci di Mediobanca ad aderire all’offerta.
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La doppia partita: Mediobanca e Generali nel mirino
L’Ops su Mediobanca, annunciata a gennaio, è stata immediatamente contrastata dal board di Mediobanca, che l’ha definita “inadeguata” e “distruttiva di valore”. Tuttavia, Mps può contare sull’appoggio di importanti azionisti come Delfin (la holding degli eredi Del Vecchio) e Francesco Gaetano Caltagirone, che hanno aumentato le loro partecipazioni in vista dell’assemblea dei soci di aprile.
L’obiettivo finale dell’operazione potrebbe essere il controllo su Generali, di cui Mediobanca detiene una quota del 13%. Questo scenario aggiunge un ulteriore livello di complessità alla partita, ma rappresenta anche un’opportunità significativa per la creazione di un polo bancario di prim’ordine.
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Banco BPM: Il tassello mancante del puzzle
Banco BPM, nonostante sia nel mirino di Unicredit, potrebbe giocare un ruolo cruciale nella formazione del terzo polo bancario. Grazie alla recente operazione Anima, la banca si è rafforzata e potrebbe resistere all’acquisizione da parte di Unicredit, contando anche sulla moral suasion del governo. La sua integrazione nel nuovo polo Mps-Mediobanca rappresenterebbe un ulteriore passo verso la creazione di una realtà finanziaria solida e competitiva.
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Le prossime mosse: Assemblee, approvazioni e scenari futuri
La partita è ancora aperta, e le prossime mosse saranno decisive. L’assemblea dei soci di Mps, prevista per il 17 aprile, sarà un momento cruciale per l’approvazione dell’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Mediobanca. Nel frattempo, si attendono le autorizzazioni necessarie per l’operazione, che potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio.
Il governo, con il suo ruolo di azionista di di Mps, continuerà a esercitare pressioni - nel senso di moral suasion - per portare a termine il progetto. Tuttavia, la resistenza di Mediobanca e le incertezze dei mercati rendono il quadro estremamente dinamico e imprevedibile.
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Montepaschi, il cuore della nuova finanza italiana
Montepaschi non è più solo un simbolo della crisi bancaria italiana, ma il cuore di un ambizioso progetto di rilancio. Con il sostegno del governo e l’appoggio di importanti azionisti, l’istituto senese potrebbe diventare il perno di un terzo polo bancario. Tuttavia, il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità di superare le resistenze, di convincere i soci e di garantire la sostenibilità economica del progetto.
In gioco non ci sono solo bilanci e utili, ma il futuro stesso della finanza italiana. La partita è appena iniziata, e ogni mossa potrebbe cambiare le carte in tavola. Montepaschi è al centro di tutto, e il suo destino potrebbe segnare una nuova era per il sistema bancario nazionale.


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