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Asia di fine anno: listini vivaci tra chiusure e sedute ridotte

- di: Matteo Borrelli
 
Asia di fine anno: listini vivaci tra chiusure e sedute ridotte
Asia di fine anno: listini vivaci tra chiusure e sedute ridotte

Mezze sedute e serrande abbassate, ma l’Asia chiude l’anno con scintille: Cina a due velocità, Hong Kong in pausa-pranzo col segno meno, Taiwan accelera e Mumbai brinda in verde. 

Un’Asia “a ranghi ridotti” che non rinuncia al ritmo

Ultimo giorno dell’anno, atmosfera da vigilia e volumi alleggeriti: in Asia molte piazze restano chiuse per festività o lavorano in sessioni accorciate. Eppure, dove i monitor sono rimasti accesi, la seduta ha avuto un tono vivace e brillante, con operatori pronti a sistemare i portafogli di fine anno senza spegnere del tutto l’appetito per il rischio.

Il filo conduttore è duplice: da un lato la fotografia di un 2025 in cui il tema AI e semiconduttori ha spinto diversi mercati asiatici; dall’altro, l’avvicinarsi del 2026 con la domanda che rimbalza ovunque sui desk: quanto e come taglieranno ancora i tassi le principali banche centrali, e che cosa succederà al dollaro dopo un anno complicato.

Chiusure in Asia e Pacifico: i numeri (e dove era tutto fermo)

Nota di contesto: i dati sotto sono chiusure (non aperture), in una giornata con diverse piazze chiuse o a orario ridotto.

Australia – S&P/ASX 200 -0,03% (seduta regolare ma sottile, clima di fine anno).

Nuova Zelanda – DJ New Zealand +0,16%.

Cina continentale – Shanghai Composite +0,09%; DJ Shanghai -0,05%. Shenzhen (SZSE Component) -0,56%. China A50 -0,69%. Una chiusura “a due corsie”: indici principali poco mossi, ma maggiore pressione su segmenti più ciclici e su parte della tecnologia domestica.

Hong Kong – Hang Seng -0,9% a 25.630,54 in mezza seduta. Il mercato ha chiuso prima, con un passo indietro guidato da prese di beneficio su alcuni grandi nomi tech e internet.

Taiwan – Taiex +0,9% a 28.963,60: sprint di fine anno, coerente con il tono costruttivo sul comparto chip lungo tutto il 2025.

India (Mumbai) – Nifty 50 +0,21% a 25.990,4; BSE Sensex +0,12% a 84.760,63. A dare una spinta sono stati soprattutto i titoli dei metalli e dell’acciaio: sul mercato ha pesato positivamente la notizia di una stretta tariffaria sulle importazioni di alcuni prodotti siderurgici, letta come sostegno ai produttori domestici. Resta però sullo sfondo il tema dei flussi: diverse sale operative segnalano che le uscite estere hanno continuato a limitare l’allungo di dicembre.

Singapore – Straits Times Index (STI) -0,2% a 4.646,21, in una seduta più corta. Operatori locali hanno collegato la cautela alle indicazioni emerse dalle minute della Fed, interpretate come invito alla pazienza sui prossimi tagli.

Malesia (Kuala Lumpur) – FBM KLCI indicato in flessione nella parte iniziale della giornata, con commenti locali che parlano di prese di beneficio e mancanza di catalizzatori freschi: in queste sessioni ridotte spesso “fa rumore” anche un ordine medio.

Indonesia (Jakarta) – piazza di fatto già archiviata: l’ultima seduta piena dell’anno si è chiusa il 30 dicembre con il JCI a 8.646,94 (+0,03%), con la borsa di Jakarta che ha evidenziato un bilancio 2025 robusto e un’attività in crescita.

Giappone (Tokyo)chiusa oggi per festività. Ultima seduta il 30 dicembre: Nikkei 225 a 50.339,48 (-0,37%) e Topix a 3.408,97 (-0,51%). Nonostante il calo dell’ultima sessione, la fotografia annuale resta brillante e da record su diversi parametri.

Corea del Sud (Seoul)chiusa oggi. Ultima seduta il 30 dicembre: Kospi a 4.214,17 (-0,15%) e Kosdaq a 925,47 (-0,76%). Il 2025, però, ha lasciato una firma pesante: i listini coreani sono stati tra i migliori al mondo, spinti dalla filiera dei semiconduttori.

Thailandia (Bangkok), Filippine (Manila), Vietnam (Ho Chi Minh), Sri Lanka (Colombo), Pakistan (Karachi) – quadro frammentato tra chiusure, sedute ridotte e ultime sessioni già svolte nei giorni precedenti: in molte piazze del Sud-Est asiatico la fine d’anno concentra la liquidità su poche finestre e amplifica l’effetto “holiday mode”.

Valute: dollaro stanco, euro brillante, Asia in ordine sparso

Sul mercato dei cambi, il 2025 si chiude con un messaggio chiaro: il dollaro ha vissuto un anno difficile. Diverse analisi di mercato hanno collegato la debolezza del biglietto verde a un mix di tagli dei tassi, interrogativi fiscali e incertezza politica; nello stesso tempo, euro e sterlina hanno mostrato un passo più brillante nel bilancio annuale.

In Asia, lo yen ha avuto fasi di vivacità ma senza un vero sprint di fine anno, mentre l’attenzione resta sulla traiettoria della Bank of Japan e sul differenziale dei rendimenti con gli Stati Uniti. Lo yuan ha alternato sedute di rafforzamento e consolidamento, con i desk che continuano a leggere ogni segnale su crescita e politica industriale cinese come potenziale acceleratore.

Tra le valute “pro-ciclo”, dollaro australiano e dollaro neozelandese hanno beneficiato del tono costruttivo di diversi tratti del 2025, pur restando sensibili al prezzo delle materie prime e alle aspettative sui tassi.

Materie prime: energia sotto pressione, metalli preziosi da copertina

L’energia arriva al traguardo con un bilancio contrastato. Il petrolio ha chiuso l’anno su livelli depressi rispetto ai picchi visti in precedenza: il mercato ha pesato un’offerta più abbondante e una domanda meno tonica del previsto, nonostante le tensioni geopolitiche restino una variabile che può riaccendere la volatilità. Anche il gas, in Europa, ha mostrato prezzi più contenuti rispetto a fasi critiche degli anni passati, con movimenti comunque reattivi a meteo e stoccaggi.

Se l’energia ha avuto un 2025 da “montagne russe al ribasso”, i metalli preziosi hanno fatto spettacolo: oro e soprattutto argento hanno archiviato un anno di rialzi storici, sostenuti dalla combinazione di tassi in discesa, domanda di copertura e acquisti da parte di investitori istituzionali e banche centrali. Anche platino e palladio hanno avuto momenti di forte accelerazione, trasformando il comparto in uno dei protagonisti assoluti del 2025.

Futures Europa: indicazioni per l’avvio, tra volumi sottili e “effetto calendario”

In una giornata di fine anno, il mercato dei derivati va letto con una lente particolare: l’effetto calendario può ridurre la profondità e rendere i movimenti più “scattosi”. Detto questo, le indicazioni dai futures restano un termometro utile per capire l’umore sull’Europa.

Euro Stoxx 50 futures: area 5.825. FTSE 100 futures: area 9.94–9.98 mila. DAX futures: area 24.78 mila. FTSE MIB futures: ultime letture e scambi utili soprattutto come bussola di direzione, con prezzi influenzati da liquidità e roll di fine anno.

Il quadro complessivo suggerisce che l’Europa si prepara a un avvio in cui conteranno due fattori: la coda delle notizie macro USA (tassi e inflazione) e la capacità del mercato di mantenere la narrativa “risk-on” dopo un anno generoso per l’azionario globale.

Il commento di mercato: l’ultima seduta è un trailer del 2026

Le chiusure asiatiche del 31 dicembre 2025 raccontano una storia semplice ma non banale: anche quando mezza Asia è in ferie, il prezzo non va in vacanza. La Cina si muove in equilibrio, Hong Kong prende fiato, Taiwan accelera, Mumbai chiude l’anno con un brindisi moderato, mentre Tokyo e Seoul osservano dalla tribuna dopo aver firmato un 2025 da protagoniste.

Per il 2026, il mercato sembra aver già scelto i suoi tre fari: tagli dei tassi, dollaro, AI. E come spesso accade, la prima settimana “vera” di scambi dirà se l’entusiasmo di fine anno era un fuoco d’artificio o l’inizio di una nuova serie.

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