Arval, il segreto del successo? "Analizzare le specifiche esigenze dei clienti"

- di: Redazione
 

Arval ha chiuso il 2023 con una crescita della flotta noleggiata del 6,9% sull’anno precedente, un boom “che ci ha portato a superare i 264 mila veicoli in Italia”, dice a ItaliaInforma Dario Casiraghi, direttore generale della filiale italiana della multinazionale del noleggio a lungo termine del gruppo BNP Paribas. Secondo il quale si sta assistendo a “un crescente interesse nelle soluzioni flessibili (1-24 mesi) che rispondono perfettamente alle necessità di adattamento della durata dell’uso delle vetture, spesso dovute ad esigenze personali per privati o partita iva o legati a bisogni di mobilità flessibile per le grandi aziende”. Dopo aver ricordato che “il noleggio è trainante nell’adozione di veicoli a basse emissioni” e che “il noleggio è indubbiamente un acceleratore della transizione energetica”, Casiraghi mette l’accento sulle “missioni di consulenza” con cui Arval analizza le specifiche esigenze dei clienti, ne supporta i percorsi di transizione energetica analizzando il parco auto e proponendo un ventaglio completo di soluzioni sia in termini di tipologie di veicoli sia di servizi accessori, come le ricariche o le infrastrutture stesse.

Arval, il segreto del successo? "Analizzare le specifiche esigenze dei clienti"

Secondo Dataforce, nel 2023 sono state immatricolate ad Arval 69.701 autovetture, il 36,45% in più rispetto al 2022. La società ha performato meglio del mercato del noleggio a lungo termine di auto, cresciuto solo, si fa per dire, del 23,64%. Un risultato che ha proiettato Arval al primo posto nella classifica delle società di noleggio a lungo termine di auto in Italia. Dottor Casiraghi quali sono le ragioni di questo 2023 da incorniciare?

Il 2023, per Arval, si è chiuso con una crescita della flotta noleggiata pari al 6,9% sull’anno precedente, che ci ha portato a superare i 264 mila veicoli in Italia. Nel corso dello scorso anno, abbiamo rinforzato il nostro posizionamento sul mercato grazie alla stabilità della nostra azienda e al dinamismo delle nostre soluzioni di mobilità. Abbiamo cercato di innovare la nostra proposta e il nostro servizio sul mercato con l’obiettivo di anticipare le esigenze dei nostri clienti. Abbiamo lavorato per rafforzare i prodotti di mobilità ottimizzandoli, modificandoli laddove necessario perché si adattassero al meglio a ciò di cui i nostri clienti - aziende, piccole e medie imprese, liberi professionisti e privati - hanno bisogno, con un focus sulla connettività e sulla proattività dei nostri servizi.

Nel mercato del noleggio c’è fermento: sta per debuttare un nuovo operatore, frutto della fusione tra due delle principali società, ALD Automotive e Leaseplan, che sommando i rispettivi volumi sarà leader in Italia. Un’operazione che avviene dopo l’incorporazione di Sifà in UnipolRental. Secondo lei proseguirà il consolidamento degli operatori in questo settore? E che impatto avrà tutto ciò sull’offerta di noleggio?

Il noleggio è un mercato in crescita costante da anni ed è fisiologico che ci sia fermento tra gli operatori. In questi anni abbiamo assistito alla nascita di tanti nuovi attori, così come molti altri hanno modificato il loro business per essere attivi nel settore e giocare la propria parte. La concorrenza è positiva perché spinge tutti a migliorare e a innovare per essere al passo con le evoluzioni del mercato. La nostra strategia, come Gruppo Arval, è quella invece di crescere in modo organico, non escludendo, se dovessero presentarsi le occasioni, piccole azioni locali mirate, come del resto accaduto in questi anni in alcuni Paesi.

Nel 2023 il noleggio a lungo termine (+24% di immatricolazioni) è cresciuto più del mercato (+19%), ma da qualche mese appare un po’ appannato. Addirittura, a febbraio 2024 la quota Nlt è scesa sotto il 20%, non accadeva da marzo 2022. Il noleggio a lungo termine è in crisi?

Non parlerei di crisi, considerata la crescita costante degli ultimi anni. Le fluttuazioni possono dipendere da diversi fattori, legati anche all’andamento dell’economia nazionale e globale. Ma anche fattori locali possono avere un impatto significativo. Sicuramente uno di questi è l’attesa del decreto sui nuovi incentivi che sta attualmente rallentando le immatricolazioni, sia dei privati sia delle aziende. Ora la situazione sembra che si stia sbloccando, ma l’incertezza è sicuramente un aspetto che influisce sulle scelte aziendali così come dei consumatori privati.

La riforma degli incentivi porterà dal 50 al 100% il contributo dello stato alle società di noleggio a lungo termine che acquisteranno, per conto dei rispettivi clienti, auto a basse emissioni. Servirà questa riforma?

Si tratta di una misura che, pur con alcuni limiti, aiuta e favorisce la scelta di veicoli a basso impatto da parte delle persone e che siano incluse nella politica degli incentivi anche le società di noleggio è sicuramente una buona notizia per i clienti finali perché, in questi anni, il noleggio è stato trainante nell’adozione di veicoli a basse emissioni. Prevedere anche per queste la totalità degli incentivi previsti per i privati è quindi un aspetto positivo e il nostro auspicio è che il decreto possa essere varato ed entrare in vigore a stretto giro, dopo i numerosi annunci di questi primi mesi dell’anno.

Si dice che la formula del noleggio sia una perfetta soluzione-ponte nelle fasi di transizione come quella che stiamo attraversando in termini di tecnologia e alimentazioni. È veramente così? Sarà il noleggio ad accompagnare la transizione ecologica? Se sì, perché?

Il noleggio è indubbiamente un acceleratore della transizione energetica anche perché garantisce la tranquillità di poter passare a un veicolo elettrico o elettrificato, senza quei dubbi legati alle future evoluzioni tecnologiche, eventuali valori dell’usato o peculiarità legate alle manutenzioni e questo vale sia per i privati sia per le PMI o le grandi corporate. Se poi prendiamo in considerazione in particolare il segmento delle aziende, molte di queste hanno ambiziosi obiettivi strategici di riduzione delle emissioni delle flotte aziendali legate alle proprie politiche ESG. A loro, Arval dedica delle specifiche “missioni di consulenza” che hanno l’obiettivo di analizzare le loro specifiche esigenze, supportarne i percorsi di transizione energetica analizzando il parco auto e proponendo un ventaglio completo di soluzioni sia in termini di tipologie di veicoli che di servizi accessori, come le ricariche o le infrastrutture stesse.

Negli anni del Covid si è assistito a un allungamento della durata media dei contratti. Questo fenomeno è ancora in corso o si è stabilizzato? Che cosa si noleggia a lungo termine oggi in Italia. E come stanno cambiando, se stanno cambiando, il prodotto noleggio e il cliente del noleggio? Il futuro del noleggio in Italia passerà davvero per le piccole imprese e i professionisti?

La tendenza all’allungamento della durata dei contratti è stata dovuta al Covid prima e poi alla carenza di microchip che ha ridotto la produzione di veicoli nuovi e, di conseguenza, ha aumentato i tempi di consegna degli stessi, complici anche gli aspetti geopolitici, a partire dal conflitto Ucraina/Russia. Oggi, permangono alcune criticità legate alla logistica che stiamo gestendo. La tendenza all’allungamento della durata dei contratti è stata dunque dovuta a molteplici situazioni contingenti; riteniamo tuttavia che si dovrebbe tornare progressivamente alla normalità, ragione per cui anche la durata dei contratti andrà probabilmente ad assestarsi sulle durate più comuni, nella media dei 48 mesi. Inoltre, in questo periodo, stiamo osservando un crescente interesse nelle soluzioni flessibili (1-24 mesi) che rispondono perfettamente alle necessità di adattamento della durata dell’uso delle vetture, spesso dovute ad esigenze personali per privati o partita iva o legati a bisogni di mobilità flessibile per le grandi aziende.

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