AIPB, outlook 2023: le sfide degli investimenti e il ruolo del Private Banking

- di: Daniele Minuti
 
È stata presentata, nel corso della conferenza “Le sfide degli investimenti. Il ruolo del Private Banking”, una mappatura svolta dall'Associazione Italiana Private Banking su un campione degli outlook elaborati dagli Asset Manager associati, con l'obiettivo di analizzare i trend del settore nell'anno appena iniziato.

AIPB, outlook 2023: le sfide degli investimenti e il ruolo del Private Banking

La nota spiega che il quadro attuale è caratterizzato dalla transizione verso un nuovo scenario geopolitico, con le tensioni estere sempre più problematiche per gli investitori a cui si aggiunge la debolezza dell'economia cinese per l'uscita dalla pandemia, una forte competizione con gli Stati Uniti e i rapporti tesi con Taiwan. Nel mezzo, l'Europa che deve trovare un approccio strategico comune nel rapportarsi con altre potenze mondiali.

"L’attesa" - spiega lo studio - "è per un rallentamento della crescita globale (56% degli operatori), in un contesto economico contrassegnato da incertezza e rapidi cambiamenti. L’indebolimento dell’economia è collegato sia al ritiro coordinato delle politiche accomodanti, sia a specifici rischi dei singoli Paesi. Gli operatori ritengono più probabile una lieve recessione in Europa (88%), che negli USA (44%). Dall’analisi degli outlook si nota una visione concorde degli Asset Manager, secondo cui il picco dell’inflazione è stato raggiunto nel 2022 e il rientro nel target del 2% non avverrà quest’anno, vedendo gli USA precedere l’Europa. Più della metà (53%) degli operatori ritiene che l’inflazione resterà superiore all’obiettivo nel corso del prossimo triennio, e solo uno su cinque pensa che subirà una forte caduta avvicinandosi al 2%. Anche rispetto all’andamento dei tassi gli Asset Manager associati prevedono una loro risalita nel corso del 2023 (il picco della Fed è in un range tra il 5 e il 5,5%, mentre quello della Bce tra il 3,3 e il 4%). Troviamo invece opinioni divergenti sul rientro della stretta monetaria: poco meno della metà (47%) ritiene che l’azione restrittiva terminerà entro la prima metà dell’anno, il 20% pensa invece che dovremo attendere almeno il prossimo anno. Una volta terminata l’azione restrittiva, Fed e BCE manterrebbero i tassi fermi, valutando la tenuta della crescita. Nello scenario più roseo l’evoluzione del ciclo economico globale potrà assumere la forma di lieve rallentamento, scongiurando una recessione. Una frenata brusca dell’economia è comunque un’eventualità da monitorare e avrebbe, come probabile ammortizzatore, un atteggiamento di politica monetaria nuovamente accomodante".

A guidare gli investimenti saranno cautela e qualità, con focus sui trend a lungo termine: il portafoglio di inizio anno degli Asset Manager associati è difensivo, ma pronto ad adattarsi ai cambiamenti che interverranno durante il 2023. In linea generale c’è accordo su un ritorno dell’obbligazionario, con forte interesse verso i titoli governativi (soprattutto USA) e i titoli corporate investment grade, mentre rimane incerto il contesto per gli high yield. La possibilità che i mercati siano volatili, soprattutto nella prima parte dell’anno, porta ad un orientamento prevalente sul comparto azionario votato alla cautela, in attesa che le valutazioni riflettano il rallentamento economico: vengono preferiti i titoli value rispetto a quelli growth. I private market rimangono fonte di opportunità, in particolare per infrastrutture e private debt, ma con un approccio selettivo. Invece, la view sulle materie prime è frammentata e le principali incertezze si legano alla riduzione delle misure anti-Covid in Cina e all’evolversi della crisi energetica europea. Passando alle valute, il dollaro va monitorato e sottopesato, mentre sulle restanti la view è neutrale. Dalla mappatura degli outlook si rileva, infine, che nei prossimi anni le maggiori opportunità si potranno trovare nell’obbligazionario high yield, nell’azionario growth, nel private equity e nel settore immobiliare.

In termini di aree geografiche, il protrarsi dell’instabilità fa sì che prevalgano outlook piuttosto neutri, in cui i mercati emergenti sembrano offrire il maggior valore (Asia con India e Indonesia, America Latina con Brasile, Messico e Colombia). Su base settoriale l’attenzione è per le tematiche di lungo periodo, come energia, infrastrutture, healthcare e tech, in cui gli investimenti continueranno a crescere indipendentemente dalle condizioni di mercato contingenti.

Il Presidente di AIPB, Andrea Ragaini, ha dichiarato: "La consulenza finanziaria professionale offerta dagli operatori del Private Banking sarà cruciale nell’indirizzare le scelte di investimento della clientela in uno scenario geopolitico, economico e finanziario incerto, soggetto a rapidi cambiamenti con impatti significativi sui patrimoni gestiti. Si è venuto a creare un nuovo regime in cui la geopolitica aumenta il proprio peso nei mercati finanziari e nelle decisioni di politica monetaria, risultando difficilmente prevedibile. Le strategie di portafoglio sono soggette a frequenti cambiamenti tattici a seconda dell’evoluzione della crescita economica, dell’inflazione e della politica monetaria. Vi è consenso sulla direzione di alcune variabili cruciali ma non sul loro timing. Al richiamo alla prudenza si associa la rapidità di aggiustamento nelle scelte di investimento, che devono essere guidate dalla ricerca della qualità e da una selezione di titoli e settori non scontata. In questo quadro risulta evidente il ruolo della consulenza professionale, e soprattutto di quella Private, che deve monitorare e adattare rapidamente le scelte di investimento a uno scenario in rapido cambiamento. Un’attività che viene agevolata dalla frequenza degli incontri tra consulente e cliente che, grazie all’utilizzo di diversi canali, oggi ha raggiunto una media di 13 appuntamenti all’anno".

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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