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Achille Lauro e la sedia perduta di X Factor

- di: Giulia Caiola
 
Achille Lauro e la sedia perduta di X Factor

C’era una volta un talent show dove i giudici decidevano il destino dei concorrenti con un gesto teatrale: alzarsi da una sedia. Poi qualcuno ha pensato che fosse troppo semplice e ha introdotto un sistema di carte colorate chiamato “semaforo”, perfetto per le multe ma non per la musica. E così Achille Lauro, nel Bootcamp di X Factor 2025, si ritrova a chiedere non l’identità artistica dei concorrenti — ma quella del format stesso.

Achille Lauro e la sedia perduta di X Factor

Tra un Gabbani che cita i Police e poi scivola nelle canzoni da taverna, e una Paola Iezzi che confonde il carisma con l’intonazione, Lauro resta l’unico a difendere l’idea che un artista debba sapere chi è, prima ancora di sapere dove andare. Peccato che nel frattempo il programma sembri aver smarrito la propria identità: niente più “switch”, niente più sedie, solo semafori e lunghi dibattiti in stile condominio musicale.

Mentre Jake La Furia invoca la fine delle domande tecniche e i concorrenti cercano disperatamente di capire se il verde significhi “vai avanti” o “canta meglio”, Lauro rimane lì, elegante e impassibile, come un profeta glam in mezzo al caos. Forse non troverà la nuova stella della musica italiana, ma almeno ha già trovato il titolo per il suo prossimo album:
“Aridatece le sedie (feat. Gabbani e il Semaforo Verde)”.

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