Viva il nulla cosmico!
- di: Barbara Bizzarri
Tutti a strapparsi le vesti per il sorpasso di Temptation Island su Noos, il programma di Alberto Angela in onda su Rai Uno e subito sospeso anziché difendere la validità del proprio prodotto mandandolo in onda sine die, come dire che chi aveva avuto il coraggio di (non) vederlo sia mai possa scegliere di guardare entrambi i programmi magari in giorni diversi. Tutt’altro: deve essere punito subito, immediatamente, e costretto all’ennesima replica secondo la logica che chiamo solitamente “alla Fabio Volo”: ovvero, se lo leggi non puoi leggere Kafka o Dostojevskij. E perché? Perché no. Perché qualcuno, probabilmente, rosica e non è Dostojevskij e nemmeno, a giudicare dalle copie vendute, il buon Volo, per i cui numeri conosco almeno un paio di persone che darebbero un rene.
In ogni caso, sono tutti costernati. Tutti perplessi. Tutti sorpresi. Banalissime vicende di corna e litigi trionfano su fame e sete di conoscenza, come è possibile? E giù lacrime. Di coccodrillo. Perché non è vero, dite la verità per una volta, quella che rende liberi a fronte dei tanti sepolcri imbiancati. Dopo mesi, anni e decenni di demolizione sistematica della scuola, di lotta al libero pensiero, di fuffa al cubo, di social che vedono assurgere marmaglia molto scaltra al rango di arbiter elegantiarum, di influencer che non sanno mettere due parole in croce ma conoscono solo le ultime borse firmate, cosa ci si può aspettare nell’epoca del #supplied per i poveracci? Cartesio?
Ditelo che su qualche yacht da millemila litri di gasolio al secondo, in qualche attico dalla skyline infinita qualcuno sta stappando lo spumante, o forse no: troppo plebeo, meglio il Crystal, perché finalmente si ha la prova provata di una massa che si può governare a piacimento (e si è visto) basta colpirla alla panza con qualche narrazione emotiva in cui ci si possa riconoscere, a cui credere, che solletichi i bisogni primordiali, quelli che Ferenczi avrebbe voluto abolire. Magari non saranno “mangiatori inutili” (almeno finché comprano merci) ma di sicuro sono inoffensivi, a loro bastano “Alessia e Lino” o chi per loro per essere felici, o almeno per rimpinguare il languente Auditel estivo. Avete vinto voi: non resta che emigrare in una Kastellorizo ideale per fuggire, per “non essere vostro complice”. Quello di Temptation Island è un trionfo annunciato, con buona pace di Alberto Angela, di Mario Tozzi che piange sulla sorte della cultura formato tv dalle pagine de Il Messaggero invocando una sorta di “qua l’armi, procomberò sol io”, e di tutti i puniti da una falange oplitica di carni in bella mostra: è la cronaca di una vittoria sfolgorante, non serve nemmeno l’aquila di Zeus per prometterla. Sì, era Alexander e no, non è accuratissimo: invece questo mi pare sia Closer.