Una ricerca Dentsu Italia, realizzata sulla piattaforma di web monitoring Brandwatch e frutto di una mappatura di conversazioni online tratte da commenti di news, blog, forum e social media all’interno delle quali gli insulti omofobi sono stati verbalizzati pubblicamente nel periodo dal 1° gennaio 2018 al 31 maggio 2022, evidenzia che ogni mese, in Italia, vengono pubblicati online 5.300 contenuti con insulti omofobi destinati a salire, durante il mese del Pride, a 6.600 (circa il 25% in più). Dentsu ha analizzato lo scenario del conversato digitale in riferimento alle parole d’odio e ai venti insulti più frequenti riferiti alla community LGBTQ+ e contestualmente è stata anche condotta un’analisi quantitativa a campione di commenti omofobi indirizzati a utenti di TikTok dichiaratamente LGBTQ+, nonché dell’omofobia veicolata all’interno delle principali app di dating LGBTQ+. “
Durante il mese del Pride gli insulti omofobi in Rete aumentano del 25%
Abbiamo voluto produrre un documento che permettesse al lettore di immergersi non solo nel malessere di una comunicazione violenta e offensiva, ma anche di riflettere sul peso sbagliato che diamo alle parole, mascherando la fragilità con l’autoironia e confondendo il non rispetto degli altri con il senso dell’umorismo - commenta
Ilaria Affer, Social Impact Director di Dentsu Italia - Quello che fotografiamo non è un fenomeno limitato al mese del Pride: le persone LGBTQ+, ma anche gli etero di riflesso, vivono quotidianamente immersi in questo mondo di insulti gratuiti e di etichette stereotipate. Pensare che si tratti soltanto di parole significa non vedere la potenza che il linguaggio ha nel suggestionarci e nel definire di rimando che tipo di immagine abbiamo di noi stessi”.
Dalla ricerca emerge che il canale su cui si concentra la maggior parte delle conversazioni è Twitter poiché, diversamente da altre piattaforme, i commenti non sono soggetti a censura. L’obiettivo del report è prendere coscienza dell’entità qualitativa del fenomeno, e della capacità culturale di rapportarsi all’inclusione sottolineando quanto insultare una persona a causa del suo orientamento sessuale possa essere lesivo: a causa di spaccatura interne, poi, spesso la comunità LGBTQ+ non è in grado di fare fronte comune per difendersi. Nell’analisi si auspica inoltre che aziende, influencers e cittadini siano promotori di iniziative caratterizzate da continuità temporale, esaltando anche modelli positivi con cui il pubblico possa identificarsi per mutare la propria percezione di ciò che viene inteso come “diverso”.