Smart working: meno infortuni in itinere ma più rischi per la salute

 
Lo smart working aiuta a diminuire gli infortuni in itinere (-38,3%) ma apre a nuovi rischi per la salute dei lavoratori: 2,6 milioni di dipendenti “smart” lamentano problemi di salute legati alla postazione di lavoro mentre aumenta lo stress collegato ai tempi di lavoro dilatati e dall’ansia da prestazione (49,7%), dall’indebolimento delle relazioni aziendali (49,7%), dalla paura di marginalizzazione (47%) e dalla disaffezione verso il lavoro (39,9%).  A sottolineare il doppio livello dell’impatto dell’emergenza sanitaria sulla sicurezza sul lavoro è l’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Salute e sicurezza sul lavoro nella pandemia: nuovi rischi e prospettive di evoluzione dei modelli di gestione” che sarà illustrata domani, 20 maggio 2021, durante il Forum Annuale della Sicurezza sul Lavoro, in diretta streaming sul sito www.consulentidellavoro.it.

«È evidente la necessità di un cambio di paradigma nell’affrontare i temi connessi alla sicurezza sul lavoro, anche in considerazione della capillarità della diffusione dei nuovi modelli organizzativi che interessano tanto la piccola che la grande impresa» afferma Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi. Che aggiunge: «L’ultimo anno ha dimostrato che la sicurezza, prima che un adempimento, è un valore su cui investire, anche in tema di formazione. A tutti i livelli e per tutte le professionalità»
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