Sebino, ricavi in crescita del 12% nel 2021, impatto significativo dell'inflazione sui margini

- di: Marco Tringali
 
Il CdA di Sebino, system integrator operante nel segmento dell'impiantistica antincendio e security, ha presentato il bilancio consolidato del 2021 che si è chiuso con ricavi consolidati a 54,8 milioni di euro, in progresso del 12,2% rispetto ai ricavi dell'anno precedente. In crescita anche il dato relativo al Valore della Produzione, che ha fatto segnare un +25,6% per quanto riguarda il mercato italiano, mentre quello rumeno ha fatto registrare una flessione del 38%.

L'EBITDA al 31 dicembre 2021 è scivolato a 10,9 milioni di euro, dagli 11,3 milioni di euro del 2020, pari al 19,8% circa dei Ricavi caratteristici. Il Risultato Netto consolidato è risultato pari a 7,2 milioni di euro (7,5 milioni di euro l'anno prima), mentre ha subito un lieve peggioramento la Posizione Finanziaria Netta del Gruppo, risultata pari a +4,9 milioni di euro (+1,6 milioni di euro a fine 2020).

Il portafoglio ordini consolidato alla fine dell’esercizio è stato pari ad Euro 31,8 milioni circa. Tale ammontare risulta in crescita del 59% rispetto a quello registrato alla fine dello scorso anno, quando si era posizionato ad un livello di Euro 20 milioni circa.

Nel comunicato ufficiale emesso dal CdA, il Gruppo Sebino non ha previsto impatti negativi significativi connessi agli accadimenti in Ucraina in quanto non vi sarebbero esposizioni creditorie verso i paesi belligeranti. Non è invece da escludere un importante impatto sui prezzi delle materie prime, soprattutto per quanto concerne l'acciaio, tenuto conto dell'uso frequente di tubazioni per la realizzazione di impianti antincendio. 

"Abbiamo dovuto fronteggiare – ha spiegato l'AD di Sebino, Gianluigi Mussinelli - una nuova e, per le sue dimensioni, inaspettata spirale inflazionistica sul costo dei materiali e della componentistica in generale che, oltre all'aumento dei costi, tra gli altri, dei trasporti e dell'energia, ha prodotto condizioni di domanda che hanno causato interruzioni della catena di fornitura. Nel nostro caso, come già in precedenza comunicato al mercato, abbiamo limitato quanto più possibile l'impatto sui margini e la predetta interruzione della supply chain grazie agli ottimi e duraturi rapporti con i nostri fornitori. Il trend del mercato della logistica – ha proseguito Mussinelli - si è ulteriormente rafforzato per le seguenti ragioni: reshoring da parte delle grandi aziende verso paesi vicini, costo dei trasporti e come detto, elevati rischi di interruzione della supply chain; di conseguenza, sempre più aziende vogliono costruire magazzini sempre più grandi e tecnologicamente innovativi e sempre più vicini. Il portafoglio ordini alla fine del mese di febbraio pari a 31,8 milioni di euro circa ci rende particolarmente ottimisti per il 2022. Non crediamo di subire impatti negativi dagli eventi militari di questo ultimo periodo".

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