Se i soldi non fanno la felicità figuriamoci la miseria!
- di: Barbara Leone
Il successo in “Titanic” mi ha rovinato la vita. Parola di Kate Winslet, che in una recente intervista rilasciata al “Porter magazine” ha ricordato il successo planetario ottenuto a soli 22 anni con l’iconico film girato insieme a Leonardo Di Caprio. E confessa: “Essere famosi è stato orribile. Naturalmente ero grata di tutto. Ero una ventenne e fui in grado di comprare un appartamento. Ma non volevo che mi seguissero letteralmente ovunque”. E poi aggiunge: “Mi sentivo come se dovessi apparire in un certo modo, o essere una certa cosa, e poiché l'intrusione dei media era così significativa a quel tempo, la mia vita era piuttosto spiacevole”. Orbene, nessuno mette in dubbio che l’improvvisa celebrità, oltretutto di quella portata, per una ventenne possa essere complicata da gestire. Anche se, è bene ricordarlo, prima del “Titanic” Kate Winslet aveva all’attivo già diversi lavori, uno su tutti l’apprezzato “Creature del cielo” di Peter Jackson, del 1994. Occorre altresì rammendare che, presumibilmente, abbia fatto ferro e fuoco per ottenere la parte di Rose, che le valse anche la candidatura all’Oscar. La seconda, per la cronaca, perché la prima candidatura arrivò nel 1995 per la sua interpretazione in “Ragione e sentimento”.
Questo per dire che non era certo una principiante lanciata allo sbaraglio nell’abbacinante mondo di Hollywood. Il successo, e con lui la fama, se lo doveva aspettare. E mettere in conto anche i lati, per così dire, più sgradevoli, per usare le sue stesse parole. Chiamasi rovescio della medaglia, che esiste su per giù in tutte le cose. Con la differenza che la “fatica” della fama è leggermente diversa dalla”fatica” della pala. E sì: per una volta voglio peccar di luoghi comuni e retorica, anche perché a volte è molto più retorico il voler essere a tutti i costi antiretorico. E che cavolo: ma davvero dici Kate? Tu hai avuto una vita sgradevole? Vallo a dire a quelli, la maggior parte nel mondo, che si svegliano alle 5 del mattino per andare ad agganciare e sganciare bulloni in fabbrica per mille euro al mese. E manco sto a dire di chi, e sono tantissimi fidati, manco ce l’hanno quel lavoro in fabbrica coi relativi mille euro di stipendio. O sennò, voliamo più alto dai… Vorresti provare a calarti per un mese intero nella parte di un qualsiasi insegnante italiano? Magari un pendolare. O che ne so: vuoi provare a fare l’infermiera? O la postina. Poi esistono pure i corrieri che per consegnare un pacco in tempo manco riescono a pisciare, i baristi, le cassiere, i lavapiatti… Continuo? Anche no. E anche meno, please. Lamentati anche meno, perché come diceva il tale se i soldi non fanno la felicità figuriamoci la miseria!