Se anche da morti si finisce in mano alla camorra

- di: Barbara Leone
 
A Pomigliano d’Arco è vietato morire. Proprio così: nella cittadina famosa per aver dato i natali a Giggino Di Maio, anche da morti si finisce in mano alla camorra. Ad oggi, infatti, le quattro le agenzie di onoranze funebri presenti sul territorio sono state interdette dall’antimafia. Con la conseguenza che i suoi abitanti si ritrovano completamente sprovvisti di un servizio tristemente essenziale. Così com’è triste, oltre che inquietante, la causa a monte di quest’assurdo vuoto. Il Prefetto di Napoli Claudio Palomba ha firmato infatti cinque provvedimenti nei confronti di altrettante società e agenzie (quattro di Pomigliano d’Arco e una della vicina Casalnuovo) operanti nel settore dei servizi funebri. In base agli accertamenti condotti dall’Arma dei Carabinieri e dal Gruppo ispettivo antimafia il Prefetto ha stabilito che “sussistono tentativi di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata e tendenti a condizionarne le scelte e gli indirizzi'”.

Da qui i provvedimenti ostativi, in cui si sottolinea che l’interesse del clan in questione (quello dei Foria) nel settore delle onoranze funebri affonda le sue radici addirittura nel lontano 1986. Anche all’epoca la società collegata alla malavita organizzata locale venne raggiunta da interdittiva, salvo ricostruirsi con altri nomi negli anni a seguire. Il lupo, insomma, perde il pelo ma non il vizio. E così a distanza di tempo sono riemerse le solite vecchie dinamiche di un territorio piegato e piagato da un racket che è, evidentemente, duro a morire. Pure quando si parla di morti! Tant’è vero che, a dispetto dei provvedimenti, le aziende del caro estinto operanti a Pomigliano d’Arco e Casalnuovo non hanno abbassato le saracinesche. Sfidando, di fatto, le Istituzioni e la legge. A portare alla luce questo funereo giro criminale è stato il comandante Luigi Maiello, che in passato aveva anche posto sotto sequestro carri funebri e che ha provveduto al sequestro delle attività che come se nulla fosse continuavano ad operare nonostante il provvedimento del Prefetto. “A Pomigliano d’Arco non esistono più ditte di pompe funebri - ha commentato Maiello - perché tutte raggiunte da interdittiva antimafia. Ora è necessario avere una lista di quelle oneste da parte delle associazioni Antiracket regionali”. Un braccio di ferro continuo, quello tra la legalità e la camorra che non risparmia proprio nessuno. E che, nell’assordante silenzio dei più, è più che mai viva e vegeta nel nostro povero sud. 
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