Questa di Santa Marinella è una storia vera
- di: Barbara Bizzarri
È sulla bocca di tutti (è il caso di dirlo) la vicenda, boccaccesca appunto, che infiamma il litorale a una manciata di chilometri da Roma: l’arzillo sindaco ultrasettantenne in forza piddì Pietro Tidei sarebbe stato ripreso in alcuni video hot mentre si intratteneva con alcune ‘amiche’ - al momento non è dato sapere se contemporaneamente - nei locali, tappezzati da microcamere per un’inchiesta su corruzione, del Comune: sarà forse per questi simpatici costumi generalizzati che l’Italia va un po’ dappertutto a ca**o. La vita, che è una sceneggiatrice degna degli stracult italici anni Settanta, ci mette davanti a queste storie fantastiche, da iperrealismo del bel cinema che fu, con prodezze amatorie e benefici che si susseguono a cascata dagli uffici comunali, rivelando la vivacità che ha sempre permeato la zona costiera del Lazio, dietro un’apparente narcolessìa.
E se il piddì locale si è subito affrettato a difendere il suo criaturo, su cui, però, sembra che parecchi vogliano indagare in virtù dello sterminato patrimonio di case e terreni accumulato sia in Italia che all’estero, con un comunicato diramato dalla sede di Santa Marinella che “invita gli iscritti e la cittadinanza a prendere le distanze compatti da ogni illecita strumentalizzazione di fatti privati a fini politici” (proprio in quanto fatti privati, affittare una stanza altrove invece di farsi i suddetti fatti privati in Comune pareva troppo elegante? Hanno bisogno di un sostegno economico per pagare un B&B?), una delle presunte amanti del sindaco, identificata in una dirigente scolastica di cui nel ridente paesino parlano tutti, si difende benissimo da sola, con un guerresco post su Facebook, ora non più visibile, in cui rivendica la propria onestà intellettuale, la fatica con cui ha costruito la sua carriera nonché la predisposizione naturale alla beneficenza, per poi sottolineare l’integerrimo cursus honorum del marito, che ha ottenuto consulenze profumatamente pagate dal Comune soltanto per la sua notoria bravura, e infine planare, con una discesa ardita, sul genio che pare contraddistingua il figlio, assunto presso un grande Gruppo industriale con cui il sindaco, si dice, abbia parecchi agganci e che, di solito, coi cv che riceve fa coriandoli per carnevale.
Al riguardo, quando le si ricorda la battuta, indirizzata al sindaco, che fa tanto Mario Brega in gonnella, ‘Hai visto che ti ho mandato una mail de mi fijo…’, peraltro registrata nei video, la signora si adonta, replicando che il pargolo “ha preso il gene dell’impegno gratuito. A 24 anni ha potuto scegliere il lavoro tra tante proposte in virtù del suo curriculum accademico e per le sue innate competenze”. Perciò, cari disoccupati italici, invero sempre più numerosi, il vostro problema non è disporre o meno di una madre eroica che si sacrifichi per la causa, ovvero le carriere di famiglia, oh no. Voi, poveri figli del dolore, non trovate lavoro perché, oltre a essere choosy e bamboccioni, vi mancano le competenze: chiamiamole così.