Quando l’acqua fa le veci dello Stato

- di: Barbara Leone
 
Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di un’impresa: la sua reputazione e i suoi uomini. Lo disse Henry Ford, uno che non aveva simpatia alcuna per i sindacati. Ma più con lungimiranza unica si impegnò a tutelare i suoi lavoratori, con i quali peraltro instaurò un rapporto diretto e umano. Per dirne una, la più famosa, nel 1914 applicò ai dipendenti della sua fabbrica di automobili la riduzione del turno di lavoro giornaliero da 9 a 8 ore e l’aumento del salario giornaliero da 3 a 5 dollari. Molto semplicemente Ford pensava che per lavorare bene i dipendenti devono essere trattati bene.

Sembra banale, ma non lo è. All’epoca sembrava una bestemmia, ma pure oggi non è mica così scontato. E difatti fa scalpore, in positivo, la notizia del Presidente e Amministratore delegato della società che produce l’acqua minerale Sant’Anna di elargire a tutti i dipendenti una mensilità aggiuntiva per “offrire a tutte le famiglie un aiuto concreto per fare fronte a questo periodo difficile”. Un piccolo gesto, che però significa tanto. Prima di tutto perché rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno per tanti che si ritrovano in difficoltà. E poi perché lascia spazio alla speranza che l’umanità non sia andata completamente in malora. E che possiamo ancora trovarla in questi pochi ma grandi imprenditori, che sono innanzitutto uomini. E che non guardano solo al proprio orticello, ma con intelligente empatia riescono ad entrare nella realtà che sta al di là della loro bella scrivania.

Una realtà fatta di sacrifici, rinunce e difficoltà che quotidianamente la gente comune si ritrova ad affrontare per poter vivere una vita onesta e dignitosa. “Il più grosso patrimonio che abbiamo - spiega all’Ansa il presidente e Ad della società Alberto Bertone - sono sicuramente i dipendenti e i costi per i consumatori sono esplosi. Ci sono prodotti che costano 7 o 5 volte più di prima. Ma l’operaio guadagna sempre gli stessi soldi. Quello che noi imprenditori, liberi professionisti, come notai e avvocati o chiunque abbia dipendenti, dobbiamo fare allora è aumentare lo stipendio, altrimenti prima o poi ci saranno delle guerre civili. Bisogna portare il potere d’acquisto del dipendente a quello che era prima di questi aumenti pazzeschi”. Un tempo c’era la Scala Mobile, anche se non completamente, che adeguava i salari all’inflazione. Poi, guarda un po’, col benestare dei sindacati fu tolta. E non dalla Destra, ma dalla Sinistra. Alla faccia della coerenza e della memoria storia. Ciò che ha fatto Bertone lo dovrebbe fare lo Stato. Si chiama adeguare gli stipendi al costo della vita. Mica scalare l’Everest! “Spero sottolinea ancora Bertone - che dicendolo pubblicamente anche altri lo facciano. Non risolve i problemi, ma è qualcosa. Ci costa tra 700mila e 800mila euro e ai dipendenti arriveranno in totale 400mila euro”.

E qui casca l’asino, perché il paradosso è che ci ritroviamo con l’acqua che fa le veci dello Stato. E con un imprenditore mazzolato dallo Stato stesso. Perché quando si mette nei panni dei suoi dipendenti e decide di dargli qualcosa in più perché il momento è quello che è lo Stato non solo non lo aiuta, ma ci mangia pure sopra. Il prossimo governo, qualunque esso sia, si metta una mano sulla coscienza. “Vedere la faccia dei dipendenti, che conosco uno a uno, molto contenti, mi riempie di gioia - conclude Bertone -, tanti sono venuti a parlarmi dei loro problemi e a ringraziarmi”. Ci resta il caso singolo, che ci rincuora un po’, sperando che questa generosità diventi davvero contagiosa. Questo sì sarebbe un gran bel virus, che ci conferma anche che se non la possiamo cambiare in grande la realtà almeno possiamo provarci in piccolo. Ognuno come può nel proprio microcosmo. Diversamente siamo solo monadi che non si sfiorano mai, e che continuano a guardare il mondo non da un oblò ma da una finestra digitale. E non è un belvedere.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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