Carmignac: preview meeting Fed, credibilità in gioco

- di: Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac
 
Le possibilità per la Federal Reserve (Fed) di tagliare i tassi quest'estate si stanno riducendo, poiché i dati economici continuano a dimostrare la forza dell'economia statunitense[1]. Di conseguenza, la credibilità di Jerome Powell sarà verosimilmente messa nuovamente in discussione questa settimana.

Powell ha tentato la sorte lo scorso dicembre, quando ha indicato che la stretta monetaria aveva raggiunto il proprio massimo, nel tentativo di preservare la possibilità di un soft landing per l'economia statunitense. E così facendo, ha rimediato all'errore commesso nel 2022, quando aveva definito l'inflazione “transitoria”. Powell è indubbiamente convinto che un atterraggio morbido rappresenti l'unico modo per tutelare l'autonomia dell'istituzione in cui opera o la propria neutralità[2]. Un hard landing dell'economia statunitense favorirebbe la rielezione di Trump, candidato favorevole alla teoria dell'esecutivo unitario, che promuove la revoca dell’indipendenza delle agenzie federali, tra cui la Fed.

Dopo il "rumore stagionale" che mirava a giustificare la forza del mercato del lavoro ad inizio anno, e l’"incidente di percorso" per spiegare i dati sull'inflazione a febbraio/marzo, la domanda principale è: la Fed riconoscerà finalmente la persistenza dell'inflazione? Anche se ciò comporta un aumento del rischio di hard landing.

In ogni caso, il fatto che la Fed dipenda dai dati e che sia Powell che Waller abbiano dichiarato che i dati sull'inflazione devono essere inferiori allo 0,25% su base mensile entro l'estate prima di procedere a un taglio dei tassi - e siamo ancora lontani da ciò[3] - suggeriscono che la Fed non abbasserà i tassi prima delle elezioni.

Senza ulteriori annunci sull'andamento futuro dei tassi d'interesse o sulle proiezioni di crescita e inflazione, la riunione di domani si concentrerà sull'evoluzione del bilancio della Fed. Il tasso di disinvestimento dai titoli sovrani dovrebbe essere dimezzato (da 60 a 30 miliardi di dollari su base mensile). Avendo già tagliato 1.500 miliardi di dollari, la Fed dovrebbe rallentare il ritmo di normalizzazione del suo bilancio, nel timore di un impatto troppo restrittivo.

Implicazioni per gli investitori

Ora che le aspettative sul futuro andamento della politica monetaria si sono in gran parte ridimensionate, le scadenze a 2 anni tornano a trovare spazio nei portafogli. Con un tasso del 5% sulle scadenze a 2 anni (e meno di cinque tagli previsti nei prossimi 24 mesi), i rendimenti obbligazionari potrebbero calare in caso di delusioni sul fronte della crescita. Sebbene sia possibile trovare valore nelle obbligazioni a breve termine, le scadenze più lunghe restano vulnerabili al persistere di grandi emissioni e alla normalizzazione della curva dei rendimenti, la cui inversione sta battendo record sia in termini di ampiezza che di lunghezza.


[1] La domanda interna sta crescendo a un ritmo superiore al 3%, l'inflazione core sta aumentando a un tasso del 3,5% per il primo trimestre e il mercato del lavoro è ancora solido: i posti di lavoro creati in media ogni mese negli Stati Uniti sono ancora il doppio di quelli creati durante l'era pre-Covid.

2 https://www.wsj.com/economy/central-banking/trump-allies-federal-reserve-independence-54423c2f

3 Il deflatore PCE, la misura preferita dalla Fed per misurare l'inflazione, non è mai sceso al di sotto di questo livello dallo scorso dicembre; l'ultima rilevazione è stata dello 0,32%.
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