Pedrizzi: “Sul fisco il governo ascolti il Parlamento e non i diktat dell’Europa”

 
Un appello a non seguire i “consigli” europei contenuti nelle  “Country Recommendations” inviate dalla Commissione Ue all'Italia nell’ambito delle linee del Recovery Plan, ma ad attenersi alle conclusioni del Parlamento italiano,  viene rivolto da Federproprietà al governo Draghi in vista del varo della legge delega sulla riforma del fisco.

“I riferimenti alla riforma dei valori catastali non aggiornati e alla revisione delle agevolazioni fiscali – dichiara Riccardo Pedrizzi, vicepresidente di Federproprietà – contenuti nelle raccomandazioni della Ue sono penalizzanti per il settore immobiliare italiano e non tengono conto delle tante imposte già esistenti sui proprietari di case, come invece ben individuato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato che hanno svolto l’indagine conoscitiva sul fisco e che considerano una riforma del catasto come una ulteriore tassa patrimoniale occulta. Una strada, quella della riforma degli estimi catastali, da non seguire e già abbandonata del resto negli anni scorsi. Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede una legge delega sulla riforma del Fisco che Draghi ha già dichiarato che slitterà a dopo la pausa estiva. Ma una riforma sbagliata – prosegue Pedrizzi – andrebbe a gravare ancora su un settore già penalizzato dal fisco visto che oggi le imposte sul patrimonio immobiliare pesano l’1,5% sul Pil italiano mentre negli altri Paesi Ue per l'1,4%. La politica deve riappropriarsi del proprio ruolo e non cedere ai diktat europei e men che meno alle richieste della tecnocrazia (vedi le audizioni di Bankitalia e della Corte dei Conti). Il governo rispetti il lavoro dei parlamentari italiani e le loro conclusioni sulla necessità di non castigare ancora sopratutto i piccoli proprietari di case, senza travalicare i limiti imposti dal documento votato dalle Commissioni, che hanno lavorato all’indagine conoscitiva sul fisco, attualmente all’esame del ministero dell’Economia e base di partenza per la riforma che l’Esecutivo varerà proprio su delega parlamentare.
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