Milleproroghe: il medioevo della scienza. Basta esperimenti sugli animali

- di: Barbara Leone
 
Un Milleproroghe che proroga. Non è Zelig, né un esempio di paronomasia letteraria. Ma la sintesi di un vergognoso emendamento contenuto all’interno del famigerato Decreto Milleproroghe, approvato dal Governo tra le polemiche e col favore delle tenebre, per dirla col Peppiniello dei tempi andati. L’emendamento in questione riguarda la proroga della sperimentazione animale fino al primo luglio 2025. Una decisione che ci fa fare un salto all’indietro di mille anni. 

Solo qualche settimana fa, infatti, la Camera aveva approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Costituzione (il 9 e il 41) per far spazio, tra i principi fondamentali, alla Tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. In poche parole, grazie a questa norma gli animali non vengono più considerati come semplici oggetti, per l’esattezza beni mobili al pari di un quadro o di una sedia com’è stato fino a ieri. Un bel passo avanti ed in linea con l’orientamento della normativa europea, che invita gli Stati Membri a porre attenzione alle necessità degli animali in quanto esseri senzienti. 

La sperimentazione animale è una vergogna

Hip hip urrà, tutti felici e con le code alzate. Manco per niente. Perché tempo qualche giorno lo stesso Governo, rimangiandosi la parola scritta in calce nella riforma della Costituzione, dice agli amici animali: sapete che c’è di nuovo? Abbiamo scherzato: fino al 2025 andiamo avanti con la sperimentazione sulla vostra pelle. Alla faccia del bicarbonato di sodio e degli esseri senzienti. Che, per la cronaca, vuol dire dotati di sensibilità. Capaci, quindi, di provare dolore. Il tutto in controtendenza con gli altri Paesi europei e con le indicazioni della Commissione Europea, che aveva già appioppato all’Italia una procedura di infrazione tutt’ora pendente per un recepimento non corretto della Direttiva europea in materia di sperimentazione animale. Ma - dice la Lorenzin cui non è mai fregato un fico secco nè degli animali né della Direttiva europea - i divieti non hanno fondamenti scientifici. La Lorenzin, lo dice la Lorenzin Premio Nobel a nostra insaputa.

Il punto veramente grottesco di tutta questa orribile faccenda è che, in teoria, sono già parecchi anni che queste sperimentazioni non dovrebbero più aver luogo. Il divieto di queste atroci pratiche, infatti, è stato introdotto nel nostro ordinamento giuridico col Decreto legislativo del 4 marzo 2014 e sarebbe dovuto entrare in vigore già nel 2017. Poi, proroga su proroga su proroga, siamo arrivati al 2025. E intanto gli animali crepano e con torture inimmaginabili. Per l’ignobile causa della sperimentazione che, in questo caso, riguarda gli xenotrapianti d’organo e le sostanze d’abuso. Detto terra terra alcol, fumo, droga e farmaci. Peccato che gli animali non fumano e non si drogano, guarda un po’! 

Ancor più irrisoria è la definizione di sperimentazione “lieve”, o “non risveglio” o condotta “in anestesia generale”. Ma di grazia, qualcuno sa dirmi cosa diamine significa sperimentazione “lieve”? Che lievemente viene danneggiata la corteccia cerebrale di un povero macaco fatto ubriacare di vodka per vedere l’effetto che fa? E il “non risveglio?” E’ un modo carino per dire schiatta? Ma ci rendiamo conto di quanto sia assurdo e crudele massacrare gli animali per testare su di loro sostanze che già sappiamo essere dannose per noi? Ma che ci vuole la sperimentazione sui topi per capire che se ti fumi quaranta sigarette al giorno ti viene il cancro ai polmoni? E soprattutto: quando capiremo che l’essere umano è ospite e non padrone del Pianeta Terra? Non è che tutto ruoti intorno a noi eh, quello era il Re Sole. E vivaddio di secoli ne son passati. Ma evidentemente invano

E dire che esistono tantissimi metodi alternativi (sui quali gli altri Paesi europei investono fior fior di dollari) per ovviare a questa pratica feroce e barbara degna del peggior lager nazista. Una pratica che rappresenta il Medioevo della scienza, e la sconfitta della scienza stessa. Perché illustri studiosi e accademici hanno detto e scritto in lungo e in largo che la sperimentazione sugli animali è anacronistica, fuorviante e sostituibile con nuove tecniche incruenti e pure più valide, nonché meno costose. Ma sta proprio qui il nocciolo della questione. Il dio danaro: lui, ancora lui, sempre lui. Vale per la sperimentazione così come per la caccia, gli allevamenti intensivi, i circhi, le pellicce e vale pure per i canili lager (non i rifugi, che sono cosa ben diversa). Come la giri e la rigiri, a metterlo in quel posto agli animali sono sempre i soldi e gli interessi delle lobby. Tanto gli animali non votano. E gli animalisti, appena poggiano il sederino santo sulla fatidica poltrona, se ne infischiano altamente delle battaglie che fino a ieri avevano sbandierato ai quattro venti. E che qualche risultato lo hanno anche portato. Ma in Italia è così: un passo avanti e quattro indietro. E’ la politica del gambero. Fino a che non trovano un bel burrone. O il cane Rex non gli morde il posteriore. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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